Bali, le 5 cose da sapere prima di partire

  • Il territorio di Bali si può dividere in quattro zone: consiglio per ognuna di queste almeno 4 giorni di permanenza per capire realmente lo spirito e lo stile di vita di ogni zona, che cambia radicalmente. Se la vacanza è più lunga di due settimane, vi consiglio di aggiungere una gita alle isole Gili, dal mare splendido (raggiungibili in barca in un’ora e mezzo). Il periodo migliore è luglio ed agosto, i periodi più secchi a livello climatico.

  1. Badung, ovvero la costa occidentale, dove si trovano le popolari località di Kuta, Seminyak ma anche la più tranquilla e hipster Canggu (non meno festaiola, ma meno caotica e più vocata al surf e allo yoga). Spiagge ampie, corsi di ogni tipo e locali pieni di giovani vi attendono. Lo spirito della movida e del surf vi contagerà.

2. Penisola di Bukit, ovvero la zona sud che comprende le spiagge più rinomate come Uluwatu (con il suo famoso templio a picco sul mare), Padang Padang (calette con sabbia bianca e acqua calma e tranquilla), Dreamland, Jimbaran. Dal lato opposto, raggiungibile in scooter, Nusa Dua o Karma beach.

  1. Gianyar/Besakih, la zona centro/est dell’isola, dove si trovano la città di Ubud e il tempio più grande di Bali, Besakih, tempio madre, ma anche le spiagge di Sanar, la vecchia capitale Klungkung e il monte Batur.
  2. La zona montana del nord, tra vulcani, laghi, terme e cascate, ma anche spiagge incontaminate poco conosciute dove si fanno immersioni e si avvistano delfini come Lovina.
  • Moneta e costo della vita: A Bali si utilizzano le rupie indonesiane (attualmente un euro ne vale 15mila, ma ovviamente è un dato che cambia nel corso del tempo). Il costo della vita è di circa un terzo di quello italiano: al ristorante si pagano dagli 8 ai 15 euro a testa (tranne nelle trappole turistiche a cui cercate di fare attenzione, soprattutto a Jimbaran, perché la qualità è pessima e vi spennano). Gli alcolici sono l’unica cosa che costa come in Italia (il vino anche di più), perché sono tutti di importazione. Stanno cercando di produrre un vino balinese, Hatten, ma i risultati non sono ancora sufficienti per il nostro palato abituato al vino italiano. Unica cosa dal costo accettabile la birra, la Bintang nazionale, che costa sui 2 euro a bottiglia. Gli hotel costano relativamente poco: i migliori (con spa e piscina) vanno dalle 10 alle 20 euro a testa a notte.

 

  • Mezzi di trasporto: Bali è relativamente piccola, ma super caotica. Per spostarvi nell’arco di 20 chilometri usate sempre il motorino. Potete affittarne uno per 50mila rupie al giorno (circa 3 euro) in qualsiasi località. Anche la benzina è poco costosa, ma attenzione a quanto vi noleggiano lo scooter: ve lo danno sempre in riserva! Fatela immediatamente per non rischiare di rimanere a piedi: la trovate in tanti negozi che si affacciano sulle strade con scritto PETRAMINI/BENSIN e nei distributori. Vi sconsiglio di noleggiare un’auto: rimarreste spesso bloccati nel traffico (anche delle ore) e la guida degli indonesiani è a sinistra e veramente spericolata. Usando l’applicazione Uber si risparmia tantissimo e non c’è bisogno di noleggiare auto per le escursioni più lunghe: i costi sono minori di un terzo rispetto a quello dei taxi normali. Non nominate però la parola Uber davanti ai taxisti, agli albergatori o nei bar: andrebbe a finire in rissa. Quando prenotate una corsa infatti l’autista vi scrive di dire che è il vostro chaffeur privato per evitare di farsi prendere a pugni dai tassisti.

 

  • Arrivo in aeroporto: non ci sono visti da pagare e l’attesa è rapida. Unico neo, sarete assaliti da una vera e propria folla di tassisti che cercheranno di portarvi ovunque a prezzi folli. Se volete contrattare fatelo pure, ma contate che Uber costerà sempre meno di qualsiasi taxi. Il problema è che la wifi dell’aeroporto non funziona bene e gli Uber proprio per evitare di essere picchiati vi devono comunicare la postazione alternativa dove recuperarvi (in genere al terminal delle partenze, al piano superiore).

 

  • Abbigliamento e comportamento: Bali è un paese induista, quindi sono molto tolleranti verso tutto. Unica regola: per entrare nei templi bisogna indossare il sarong (una sorta di gonna lunga per coprire le gambe, sia per gli uomini, sia per le donne: spesso lo affittano all’ingresso, ma vi conviene comprarne uno costa circa due euro). Le donne non possono entrare nei giorni del ciclo: certo si può sempre mentire, poi però ve la vedete voi con Shiva, Visnu e Ganesh che vi vengono a tirare i piedi di notte. Ogni indonesiano vi farà mille domande su tutto: abituatevi e non prendetevela. Usano una rete di informazioni per capire chi siete e cosa fate a Bali, una sorta di mafia balinese che vi controlla, ma garantisce anche che non vi rubino nulla e non vi facciano nulla. Non servono vaccini, usano le stesse nostre prese di corrente, si mangia qualsiasi tipo di cucina.

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