Attraversando i Paesi Baschi: surf, arte e bici

COSE DA FARE E QUANDO:

  • Surf a Sopelana (Bilbao): un paese che sa unire stile architettonico norvegese alla meraviglia delle spiagge del nord della Spagna – si arriva comodamente in metro in mezz’ora dalla città
  • Visitare il Guggenheim museum a Bilbao: ne vale davvero la pena, sia dentro sia fuori. Se vi rimane tempo, raggiungete il Casco Viejo e bevete una birretta in plaza Nueva
  • Fare il bagno a Pobena, dove la spiaggia divide la laguna creata dal fiume dal mare creando un paesaggio che sembra appartenere a un altro pianeta
  • Attraversare il fiume di Bilbao con il ponte colgante di Portugalete
  • Pranzare nel porto di Castro Urdiales e visitare le spiagge segrete nascoste dalla rocca medievale

 

 

Non ero mai stata nel Nord della Spagna. E vi giuro che il primo pensiero che ho avuto è stato: “Perché mai non sono stata in questo paradiso finora?”. Città meravigliose e modernissime, con ogni tipo di servizio utile, si alternano a spiagge da sogno e fresche montagne, lasciando che il turismo di massa diventi un ricordo lontano. Pochi stranieri (e quasi tutti sportivi), molti local, residenti gentilissimi e disponibili ad aiutarti in qualsiasi situazione. Che volere di più?

Il mio Camino de Santiago in bici è iniziato proprio dai Paesi Baschi. L’inizio ufficiale, per percorrere tutti gli 824 km del Camino, è Irun, sui Pirinei al confine con la Francia. Da qui si raggiunge prima San Sebastian e poi Bilbao. Io per motivi logistici ho iniziato il Camino da Bilbao, anzi più precisamente da Sopelana di Bilbao. I km che ho percorso in bicicletta sono stati infatti 775, perché arrivando in aereo a Bilbao ho voluto fermarmi due giorni a Sopelana a fare surf. E per fortuna: questa cittadina sul mare è un’autentica meraviglia.

Immaginatevi l’architettura di una città norvegese: edifici di legno con ampie vetrate per far entrare la luce in tutta la casa, porte e finestre in stile tirolese, bar e ristoranti che ci starebbero perfettamente nelle nostre Alpi. Ecco, ora trasportate tutto questo al mare, sotto al sole, davanti a spiagge ampie e meravigliose piene di onde per i surfisti. Aggiungete anche la magia della natura: qui passa proprio una faglia della crosta terrestre che, facendo scontrare le due zolle, ha fatto rialzare una collina a strati proprio in mezzo al mare. Si può vedere a occhio nudo la stratificazione dei vari minerali con gli anni. Un panorama che sembra appartenere a un altro pianeta: gustatevelo al tramonto, salendo in cima a uno dei faraglioni che separa le spiagge, e ne rimarrete rapiti.

Sopelana possiede due spiagge: quella a sinistra, chiamata selvaje, è frequentata da surfisti e nudisti, mentre quella di destra, più servita, è frequentata dalle scuole di surf e dalle famiglie. Sono divise da un grande faraglione, dove tutti vanno a gustarsi il tramonto dall’alto. E’ facilmente raggiungibile in metro da Bilbao: non ci sono cambi da effettuare, basta guardare bene la destinazione finale della metro perché alcuni vagoni fermano prima. Il viaggio dura mezz’ora e il biglietto costa 1,90 euro.

Qui per due giorni ho fatto la vita da vacanziera: per due ore giorno ho fatto surf, per quanto non sia una vera pro è stato davvero divertente rinfrescare i miei ricordi sopra alla tavola e aspettare l’onda perfetta in mezzo al mare. Ho atteso l’ora del tramonto (in questa zona della Spagna arriva verso le 22) con una Alhambra ghiacciata in riva al mare, ho vissuto la notte di questo piccolo paese. Che, ahimé, per la sera non ha molto da offrire: sono davvero pochi i turisti, sono quasi tutti pendolari da Bilbao o residenti che ovviamente vanno a letto presto. Ho fatto amicizia con tutti i vecchietti del paese che mi hanno portato alla Feria del Carmen, il grande evento dell’estate, per cui tutti i bar chiudono per due giorni. Ma per rilassarsi, prima di iniziare il vero e proprio Camino, è perfetta.

Il terzo giorno ho inforcato la bicicletta e sono arrivata a Bilbao. Venticinque km abbastanza semplici, con qualche piccolo saliscendi, ma nulla di difficile. Ogni paese possiede piste ciclabili, alcune davvero molto carine che attraversano parchi e montagne, sottopassi colorati e ponti di legno. Girare in bicicletta nei Paesi Baschi è davvero sicuro e divertente: si vede che hanno investito molto in questo mezzo di trasporto, anche perché le stesse famiglie spagnole usano tantissimo la bici per spostarsi, con tanto di bambini al seguito.

La stessa città di Bilbao è pensata a misura di bicicletta e ne sono rimasta davvero stupita. Le piste ciclabili collegano qualsiasi zona, ogni ponte è stato pensato per far transitare anche le bici, tutto è ben segnalato e collegato, c’è addirittura l’onda verde per i semafori delle biciclette. Diciamo che ho iniziato a capire perché i Paesi Baschi ci tengano così tanto alla loro autonomia: sono un vero paradiso. In questa città, modernità e storia si uniscono e si respira un’aria molto europea, davvero artistica e creativa.

L’attrazione principale della città è senza ombra di dubbio il Guggenheim museum. L’edificio scintillante e composto da curve progettato dall’architetto Frank O. Gehry sopra al quale mille volte abbiamo visto Megan Gale correre con i suoi roller. L’edificio si colloca proprio sopra alle sponde del fiume che attraversa Bilbao e si gioca molto sui riflessi sull’acqua, al punto che in alcune ore del giorno, dalle sue pareti, viene sparata una nebbiolina sottile per rendere il tutto ancora più un incanto. Qui sotto passeggiano turisti, artisti di strada, famiglie, per godersi un po’ di fresco.

Ma l’incanto continua anche dentro. Alcune opere sono permanenti, come le scritte al neon e su display di Jenny Holzer, a cui quest’anno hanno aggiunto una mostra dedicata in cui l’artista ha reso quadri e opere d’arte i documenti decriptati della Cia sulle torture praticate in Afghanistan. All’interno anche una mostra dedicata al nostro italo argentino Lucio Fontana e ai suoi tagli, a Giorgio Morandi, alle marine di Gerhard Richter, alle ellissi di Richard Serra. Un museo dinamico, in cui si può entrare direttamente nelle opere d’arte. Per finire, un’immensa sala dedicata al contemporaneo, con opere che spaziano da Warhol a Basquiat.

Assolutamente da non perdere.

Se vi rimane tempo, a Bilbao, visitate anche il Casco Viejo e le 7 calles che si snodano intorno a Plaza Nueva, per respirare un po’ di atmosfera spagnola, la cattedrale di Santiago, da dove è partito il mio Camino, e il centro culturale Azkuna, progettato dal famoso architetto Philippe Stark. Poi abbandonatevi alla città e passeggiate: ogni suo ponte è una meraviglia, compreso quello progettato dall’architetto spagnolo Calatrava.

Proprio da qui, quindi, il terzo giorno sono partita per il vero Camino e ho attraversato i Paesi Baschi, arrivando fino a Laredo (che è già in Cantabria). La linea di confine si può posizionare all’altezza di Castro Urdiales, ultima grande città sul mare basca. Da Bilbao, come dicevo, partono molte piste ciclabili che seguono anche parte del Camino del Norte, fino a Pobena, una bellissima città sul mare. E’ uno dei tratti più spettacolari e sicuri da compiere in bicicletta: una lunga pista ciclabile conduce prima a Portugalete, dove si può attraversare il fiume utilizzando il più grande ponte colgante in ferro, risalente al 1800, sospesi nell’aria attraverso cavi di ferro, per poi attraversare campagne, campi con mucche, capre, pecore e cavalli e condurvi fino allo spettacolo di Pobena. Qui vi attenderà una spiaggia incredibile, dove il fiume incontra il mare formando una vera e propria laguna tra la sabbia rossa. Pochissimi turisti, tante onde (nella parte del mare) e pace e relax (nella parte della laguna) si uniscono per un paesaggio paradisiaco.

Da Pobena, poi, inizia la parte sterrata: un lungo sentiero lungo circa 25 km che vi condurrà tra le alture a picco sul mare, con panorami mozzafiato, gallerie da attraversare in bici, e purtroppo anche aspre salite. Una faticaccia, che saprà ripagarvi con tanta meraviglia e paesaggi naturali da cartolina, immersi tra piante aromatiche, girasoli, prati dove pascolano mucche e cavalli in completa libertà. Fino a raggiungere Castro Urdiales, attraverso un lungo tunnel sotterraneo. La cittadina sorge attorno un forte, con mura e ponti in roccia che nascondono spiagge incantate. Una visita al suo centro cittadino vi lascerà completamente a bocca aperta. Io mi sono fermata qui verso le 14, per pranzare e rilassare un po’ le gambe dopo 70 km di fatica. Poi ho ripreso la bici e ho affrontato gli ultimi 25 km, fino a Laredo: ma da questo momento in poi stiamo parlando di Cantabria, quindi vi spiegherò tutto nel prossimo post.

 

3 risposte a "Attraversando i Paesi Baschi: surf, arte e bici"

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