Porto Tolle, tra il viola della lavanda e il rosa delle ostriche

Il Delta del Po: quanti itinerari da scoprire. Negli ultimi post vi ho parlato delle valli di Rosolina (LEGGI QUI) e delle lagune di Porto Levante, con le dune fossili di Porto Viro (LEGGI QUI). Oggi invece vi porterò a Porto Tolle, il Comune più “lungo”, ovvero che si estende di più in mezzo al mare Adriatico, con la Sacca degli Scardovari che dà natali alla famosa ostrica rosa del Delta e il non meno famoso campo di lavanda che ha fatto impazzire il web in questi giorni grazie a una foto di Veneto Segreto. Panorami spettacolari, un po’ difficili da raggiungere, che vale la pena di andare a trovare in bicicletta per non inquinare e mantenere il Parco del Delta del Po perfetto così com’è.

PERCORSO DA ALBARELLA A SCARDOVARI (prendendo la barca per tagliare il Po di Levante e sbarcare quindi direttamente a Porto Levante): 90 km

COME PRENOTARE IL TRAGHETTO: Proprio sulla propaggine più vicina a Porto Levante, dalla parte di Albarella, troverete il servizio traghetto che dovrebbe funzionare ogni mezz’ora dalle 9 alle 19. Il servizio è attivo solo su prenotazione telefonica da effettuare un’ora prima chiamando il 3298607630. Costa 2.50 euro a testa una tratta.

Strada: Asfalto

Percorso: Abbastanza lungo, adatto a chi è mediamente allenato, ma con zero dislivello

Punti di interesse lungo il percorso: Valle Bagliona, Oasi di Ca’ Pisani, Ca Venier e il suo argine, Oasi di Ca’ Mello, Sacca degli Scardovari e i suoi bilancioni, Isola della Donzella e il suo argine che passa per Gnocca e arriva fino a Taglio di Po evitando il traffico della strada principale.

 

Una volta superata Porto Levante percorrete la via delle valli fino a valle Bagliona. Da qui raggiungete la splendida Oasi di Ca Pisani che ha finalmente riaperto i battenti (anche in questo caso l’ingresso è a pagamento, ma non so dirvi la cifra esatta perché nel primo weekend era gratuita. Dovrebbe essere sui 3 euro a persona). Merita una sosta per capire meglio l’ecosistema del Delta, la sua vegetazione fluviale e lagunare, i suoi animali e le sue “architetture”: gli splendidi casoni del Delta. All’ingresso c’è sempre una guida disponibilissima pronta a spiegarvi tutto. E’ una visita adatta anche ai bambini, in mezzo al verde e alla natura.

Da qui, proseguite poi verso il comune di Porto Tolle, che è composto ovviamente da varie frazioni. La prima che troverete, attraversando il ponte (se proseguite dritti andate verso Porto Viro) è Ca’ Venier: qui non c’è nulla, se non il ponte che vi farà attraversare il ramo più grande del Po (Pila) e raggiungere Ca’ Tiepolo, dove si trova il “centro” di Porto Tolle. Da qui avete due opzioni: se volete visitare il campo di lavanda più famoso al mondo proseguite dritti, verso l’oasi di Ca’ Mello (il campo non durerà per sempre quindi vi consiglio questo itinerario fino a luglio, poi la tagliano), se volete raggiungere la spiaggia di Porto Barricata invece girate a sinistra e percorrete tutta la strada fino a Scardovari e oltre. Una lunga striscia di terra vi aspetta per portarvi in una spiaggia incantata, ma attenzione: il comune di Porto Tolle è davvero grande e c’è molto da vedere, quindi dedicherò un altro post a questo splendido territorio per integrare quanto visto in questo tour.

Io ovviamente sono stata al campo di lavanda di Ca’ Mello: una macchia viola, profumata, in mezzo all’oro del grano, con un concerto di insetti a fare compagnia. Una vera poesia dai colori pastello, che vi porterà in una dimensione Peccato però che il turismo di massa abbia rovinato quest’oasi di tranquillità. Purtroppo molti preferiscono le auto alle bici per viaggiare in un ecosistema così fragile come il Delta del Po, con il risultato che le vie attorno al campo sono prese d’assalto da suv, macchinoni e gente irrispettosa dell’ambiente. Se visitate questa terra, vi prego, abbiatene cura. Ci sono davvero tante piste ciclabili e gruppi organizzati per favorire il cicloturismo in questa terra: usateli!

 

Da Ca Mello raggiungere la sacca di Scardovari poi è molto semplice: dista circa un km e la strada è tutta dritta. Una delle tappe preferite dai turisti è il locale Marina 70, ristorante e winebar da aperitivo sul mare, con tanto di musica e tavolini all’aperto. Domenica io non ci sono andata perché era veramente preso d’assalto dai turisti e ho preferito osterie più piccole e desolate, come di solito sono sul Delta.

La sacca degli Scardovari è famosa per i suoi bilancioni di pescatori, molti vendono il pescato anche sul posto. Da qualche anno, poi, proprio qui viene prodotta la famosa ostrica rosa del Delta, una vera e propria delizia, molto meno “viscida” rispetto alle cugine francesi. Una scommessa meravigliosa messa in atto da Tarbouiriech e Alessio Greguoldo che prevede anche una serie di innovazioni tecniche degne di nota, come maree artificiali governate elettronicamente per favorire la crescita delle ostriche. Insomma: sono assolutamente da provare! Le potete trovare in tutti i grandi ristoranti del Delta del Po.

Merita un passaggio anche la caratteristica pineta di Cassella, un vero e proprio bosco marittimo a due passi del mare, che vi condurrà fino alla strada arginale che segue il Po della Donzella e passa per Gnocca prima di raggiungere di nuovo Ca’ Tiepolo. Da qui, per modificare l’itinerario e le cose da vedere, vi consiglio di prendere la strada arginale che vi porterà fino a Taglio di Po lungo il Po di Venezia e di perdervi nel suo verde, nelle tante risaie (anche il riso è un prodotto IGP di questa terra) e nelle sue isolotte piene di animali selvatici. Qui, teoricamente, il passaggio di auto è vietato.

 

Da Taglio di Po il ritorno ad Albarella è semplicissimo. Si può scegliere di imboccare la Romea per qualche km e girare a destra verso Rosolina (di domenica senza camion non è pericolosa e c’è sempre una corsia dedicata) oppure potete prendere l’argine, passare per Porto Viro e sbucare sul ponte che dà sulla Romea e girare per via Po di Levante, dove troverete la famosa via dei cavalli lasciati pascolare in libertà, dei fenicotteri e della splendida laguna dell’Isola di Albarella con casoni e chiesette in mezzo alla laguna.

 

 

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2 risposte a "Porto Tolle, tra il viola della lavanda e il rosa delle ostriche"

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  1. ciao, il delta del Po è molto interessante, sono appassionato di giri in bici, fino a qualche anno fa facevo cento chilometri tutti i giorni ed anche più, il Piemonte è ben attrezzato per il cicloturismo, una volta da Torino avevo seguito il Po su un sentiero che lo costeggiava ed a Chivasso avevo seguito il canale Cavour sul terrapieno fino a Santhià, centocinquanta km, un giro stupendo e poi ero tornato a Torino in treno. L’abbinamento bici treno è eccezionale, permette di andare molto più lontano.

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