Cosa vedere:
- Il museo dell’Insurrezione di Varsavia, ul Grzybowska 79
- Il mausoleo della lotta e del martirio, al Szucha 25
Varsavia è la città che ha pagato il prezzo più alto della Seconda Guerra Mondiale. E’ stata completamente rasa al suolo dai tedeschi (per questo è tutta ricostruita) e dopo la rivolta della popolazione contro i nazisti, dopo aver completamente bruciato il ghetto ebraico (i cui abitanti sono stati tutti deportati nei campi di concentramento e i pochi rimasti sono bruciati vivi), sono state uccise nella sola città di Varsavia 800mila persone. Praticamente non era rimasta anima viva e la capitale della Polonia nel 1944 si era trasformata in una città fantasma. Il tutto mentre l’Armata Rossa guardava sulla sponda del fiume Vistola senza minimante intervenire. Cose reali, vere, successe solo 70 anni fa.
Violenza, crudeltà, morte, tortura.. Tutto all’ordine del giorno. E ci sono due musei assolutamente da visitare, che fanno capire realmente che atmosfera regnasse in quegli anni e le atroci sofferenze inflitte, da parte di tutti, al popolo polacco. Il primo è il museo costruito nel vecchio ufficio della Gestapo, il mausoleo della Lotta e del Martirio, ora sede di un ministero. In questo edificio, sottoscala, la Gestapo interrogava e torturava (assassinando) i prigionieri. Qui dentro morirono centinaia di persone, donne e uomini di qualsiasi età, rinchiusi in celle senza luce, con catene a mani e piedi, frustati e affogati nelle maschere a gas riempite d’acqua. Questo museo va visitato per forza: è stato ricostruito l’ambiente con tanto di effetti sonori e di luce che filtrava nelle celle, si possono vedere i volti e le storie delle persone ammazzate, il cui sangue sporca ancora i muri. Posso assicurare che è impossibile non piangere al suo interno pensando a quanta violenza e crudeltà si esercitasse. Da pelle d’oca. Il secondo museo è quello dedicato all’Insurrezione di Varsavia, che ripercorre la storia dell’eroica, ma tragica, insurrezione avvenuta nel 1944 contro l’occupazione tedesca con esposizioni interattive, sotterranei da percorrere e filmati originali. Si capisce quanto il popolo Polacco fosse trattato alla stregua di bestia da sterminare da parte di quasi tutta Europa e come sia stato assassinato senza pietà da parte di Hitler, per fungere da esempio di terrore per tutti gli altri Stati.
Due musei che a me hanno commosso e mi hanno lasciato una grande sofferenza nel cuore. Dentro di me sono nati molti interrogativi su come realmente le persone, i nostri nonni, potessero arrivare ad essere così disumani, violenti e impietosi davanti alla sofferenza altrui. Mi è sembrato davvero impossibile che solo 70 anni fa non ci fosse alcun rispetto per la vita, come si poteva diventare così insensibili e disumani solo perché agli ordini di qualche dittatore? Come si poteva realmente vedere morire lentamente le persone durante mesi di torture, sofferenze, bagni di sangue, urla senza fare nulla. Il mio cervello non riesce a credere che ciò fosse vero, che nessuno si ribellasse davanti a tale sofferenza, ma che fosse diventata ordinaria, quotidiana, normale. Davvero non si celava un briciolo di pena in alcun cuore? Davvero si riuscivano ad ammazzare così tante persone, non soldati, ma donne, bambini, innocenti, a torturarli senza pietà alcune e senza un minimo ripensamento?
Poi ho guardato ciò che succede ancora oggi: gli attentati sanguinari in Europa, la guerra in Siria, le guerre civili africane, i bagni di sangue del sud America. Ma, senza retorica e senza andare tanto lontano, a quanto arriviamo a dirci e a farci tra italiani per banalità sul lavoro, sulla vita privata… Quanta violenza esiste ancora, quanti rancori, quanto odio. Ogni persona dovrebbe visitare questi luoghi della memoria, viverli in prima persona: comunicano perfettamente il terrore provato e quella follia di massa che si era espansa in tutta Europa. Solo così si può realmente capire a cosa porta dare spazio e seguito al lato oscuro, al rancore, alla violenza e alla rabbia che si cela in ogni animo umano. E respingerlo. Il primo nemico da combattere è proprio questa parte oscura che c’è in ognuno di noi, che a me spaventa tantissimo. Ancora oggi. I nazisti, i comunisti, i polacchi, gli ebrei, i soldati, i ribelli, gli innocenti, gli assassinati, gli assassini, eravamo e siamo sempre noi.
Rispondi