Calabria da nord a sud in bici: le spiagge più belle della costa tirrenica

La Calabria era l’ultima regione in Italia che mancava alla mia lista di regioni da esplorare in bici. In realtà un piccolo pezzettino l’avevo percorso l’anno scorso, il tratto montano che dal Parco del Pollino collega a Maratea (in Basilicata) accorgendomi subito di quanto aspra fosse la montagna calabra. Ma quest’anno ho voluto dedicare il mio viaggio alla costa tirrenica, costellata di spiagge, calette, grotte marine davvero una più bella dell’altra. Senza tralasciare la scoperta di piccoli paesi e delle loro tradizioni enogastronomiche e … religiose. Sì, perché qui le feste religiose sono ancora molto molto sentite e un vero spettacolo da osservare! Così ho preso il treno caricando la mia bici e ho raggiunto Lamezia Terme (ovviamente l’unico affrontabile è il Freccia Rossa, perché l’intercity è di una lunghezza inaffrontabile: chissà quando Trenitalia permetterà a noi ciclisti di viaggiare senza smontare la bici come nel resto d’Europa). Da qui ho poi iniziato a pedalare scendendo piano piano tutta la punta dello stivale, passando per Pizzo Calabro, Tropea, Gioia Tauro, Palmi, Bagnara, Scilla e infine Reggio Calabria. Dato il terribile caldo di quest’anno ho fatto tappe molto corte (al massimo 60 km) prediligendo le soste nelle spiagge più belle della regione: e per fortuna! Le spiagge calabresi sono davvero un incanto: acqua cristallina, una marea di scogli e grotte dove fare snorkeling e, tralasciando le zone più turistiche, ci si riesce a muovere tranquillamente anche a fine luglio senza incappare in troppa gente. Non chiedetemi la traccia: ho semplicemente usato Google maps e percorso le strade asfaltate (anche se in alcuni tratti non lo sono, ma rimangono comunque strade aperte alle auto).

Ma andiamo per ordine. Punto di partenza del mio tour da nord a sud della Calabria è stata Lamezia Terme. Le spiagge qui non sono molto belle, ma è il centro nevralgico dei trasporti: ci si arriva con il treno o con l’aereo low cost. In città ci sono molte strutture economiche dove dormire (anche perché in genere i viaggi arrivano sempre la sera, essendo molto lontana) per poi ripartire subito. Non consiglio infatti di sostare a lungo in questa cittadina, dato che non ci sono nemmeno molti ristoranti o cose tipiche da conoscere. Molto meglio iniziare ad avventurarsi subito lungo la costa e iniziare a scendere. Le strade sono asfaltate, ma piene di buche e le auto corrono molto: state attenti e indossate casco e luci. L’atmosfera è assai particolare: sembra di ritornare negli anni ’70, dove lungo le strade si incontrano venditori ambulanti, pochissimi bar e ristoranti, una folta vegetazione di canneti e piante selvatiche che sembrano aggredire l’asfalto, pochissime persone. In questa zona ci sono tantissimi villaggi e resort di lusso, non tutte le spiagge sono quindi praticabili da esterni. Un piccolo consiglio: fermatevi in qualche bar a bere la bevanda tipica, la Brasilena al gusto di caffé. Un toccasana per chi ha la pressione bassa come me!

Il primo paese dove fare una sosta, a circa 30 km da Lamezia (circa 5 km di discesa e poi tutto piano, tranne l’ultima piccola salita) è Pizzo Calabro. Un borgo arroccato in cima a una scogliera, da dove piano si scende per andare al porto e nella magnifica spiaggia centrale, con una rocca meravigliosa (Castello Murat) che si erge sopra la roccia e centro famoso per aver dato le origini al Tartufo gelato (se visitate la piazza centrale troverete almeno 10 gelaterie artigianali che dicono di averlo inventato proprio lì… La verità non la scopriremo mai, ma comunque è davvero molto buono!). Pizzo è davvero un gioiello: la sua spiaggia è proprio in centro, all’ombra della rocca, ed è raggiungibile sia con la strada che con gli scalini. E’ libera, di sabbia, si può praticare snorkeling perché l’acqua è così trasparente e la sabbia così bianca che i pesci si vedono anche senza maschera e boccaglio. Un vero incanto. A pochi passi, poi, l’imperdibile chiesa di Piedigrotta, interamente scavata nella roccia in una grotta sotterranea.

Proseguendo da Pizzo si passa per Vibo Marina, che vi consiglio di oltrepassare senza fermarvi, per poi arrivare, sempre con una strada piuttosto pianeggiante (sarà l’ultima che troverete) all’ingresso della costa degli Dei, chiamata così per la sua bellezza e per la sua storia profondamente legata all’antica Grecia: qui Ulisse iniziò il suo viaggio (c’è lo scoglio dove avvistò Venere), qui gli Dei greci decisero di vivere e proprio qui iniziano le spiagge più belle di tutta la Calabria.

Sosta obbligatoria: Punta Scrugli. Non è molto segnalata, bisogna percorrere una stradina che allontana dalla strada principale per poi passare sotto a un passaggio a livello e risalire in un piccolo complesso di case. L’effetto è quello del paradiso: una spiaggia da far invidia all’Isola della Maddalena in Sardegna, ma con pochissime persone. Dedicate a questo angolo di meraviglia almeno una mezza giornata perché è un susseguirsi di calette dove fare snorkeling fino alla spiaggia principale, più frequentata, dove si trova anche un piccolo bar. In genere ricordatevi di portare sempre con voi tre cose: scarpette anti scogli, maschera e acqua da bere… Non sempre ci sono rifornimenti. Un piccolo consiglio che vale oro: se cercate dove dormire fermatevi agli appartamenti Calabasciu: un incanto con vista spettacolare.

Proseguendo verso sud si incrociano una spiaggia più bella dell’altra: il paradiso del Sub (il nome parla da solo) e la spiaggia di Michelino sono senza dubbio le più belle. Il panorama è dato da scogli che sbucano dall’acqua vellutati dall’azione del vento e del mare, attorno ai quali nuotare per ore grazie ad acqua calda e tantissimi pesci che vi faranno dimenticare della terra ferma. Non sono tutte facili da raggiungere (per fortuna, garanzia di poca gente) dato che bisogna salire e scendere dalla scogliera (con strade o gradini).

Dopo qualche km in un continuo saliscendi, qualche venditore ambulante di cipolle e peperoncino e fantastici panorami arriva poi la regina: Tropea. Un paesino incantato, arroccato, pieno di chiese, santuari, ristorantini e negozi di souvenir che delizierà la vostra serata. Purtroppo, questa è una delle poche spiagge bellissime ma da evitare a luglio e agosto: c’è davvero una marea di gente. Compensa però il costo della vita un po’ più basso (circa il 30% in meno rispetto alle zone marittime più blasonate d’Italia), la gioia e la musica che si respira tra le piccole vie di pietra del centro storico. Una spiaggia a pochi passi da Tropea dove non troverete troppa gente (in realtà nella prima sì, ma appena si superano gli scogli la spiaggia è completamente vuota) è quella di Riaci: un vero incanto, non solo per la sabbia bianca e l’acqua cristallina, ma anche per la sua grotta creata da due scogli sul bagnasciuga che si uniscono e danno vita a un paradiso di pesci, colori, crostacei e disegni della roccia. Un luogo prezioso da non perdere, che ripaga altamente della discesa, e quindi poi salita, da fare per raggiungerlo.

Proseguendo verso sud un’altra spiaggia da non perdere, un must della costa calabra, è quella di Capo Vaticano (spiaggia di Grotticelle): per raggiungerla bisogna attraversare un promontorio e quindi fare circa 300 metri di dislivello, ma è davvero incantevole: attrezzata e piena di rocce dove fare snorkeling. La parte più bella però è data dalla possibilità di noleggiare un kayak o un sup e partire da lì per visitare le calette del promontorio, raggiungibili solo in barca. Un vero spettacolo che è diventato anche l’etichetta di uno degli amari più amati d’Italia: l’amaro del Capo.

Da qui si susseguono un altro paio di spiagge fiabesche (ma con molta affluenza di turisti) per poi arrivare a Nicotera e Gioia Tauro. Per curiosità mi sono voluta fermare per vedere questa città così menzionata nei notiziari italiani, ma onestamente vi dico di lasciar stare: non c’è molto da vedere. Unica cosa davvero carina è stata l’enoteca Tavernacolo, unico ristorantino con una buona qualità di piatti tipici (provate la struncatura, pasta con il pane).

Spiaggia molto carina a sud di Gioia Tauro, molto più verde in termini di vegetazione rispetto alla costa degli Dei, è quella di “La Ulivarella“: anche in questo caso alcuni scogli (quasi montagne: il più famoso è lo scoglio dell’UIivo proprio perché in cima si trova quest’albero) la separano da altre calette e si può noleggiare un pedalò per visitare i luoghi meno battuti dai turisti. L’acqua qui inizia ad assumere un colore diverso, più intenso e meno azzurro, tant’è che proprio da qui inizia quella che viene chiamata la Costa Viola.

Proseguendo (in salita) per una decina di km si raggiunge un paese incantevole, dove davvero il tempo si è fermato: Palmi. Si tratta di una città davvero panoramica, è infatti a picco sul mare a un’altitudine di circa 300 metri. Da non perdere il giardino della Villa Comunale, dalla cui balconata si può già vedere la Sicilia e lo stretto. E’ un paesino davvero piccolo, con pochi ristoranti e poche strutture dove dormire, ma in agosto si accende di vitalità grazie alla festa tradizionale religiosa “La Varia“: si crea una colonna umana (circa 200 portatori) alta oltre 16 metri dove in cima viene collocata “l’animella”, ovvero la bambina più bella della città. Questa tradizione è diventata patrimonio Unesco e rende particolarmente orgogliosi gli abitanti. E’ difficile decidere dove mangiare a Palmi: non ci sono molto ristoranti, ma tanti “street food” e bar. Il mio consiglio è quello di visitare la macelleriaMangiasti” dove vi preparano ottimi taglieri di formaggi e salumi tipici.

Da Palmi inizia la parte più bella del viaggio in bici: una salita molto tosta per superare il monte Sant’Elia (circa 10 km con 500 metri di dislivello, ma belli lunghi sotto il sole e con le borse al seguito), in cui si attraversano micro paesi pieni di vegetazione, e poi una lunga discesa (circa 20 km) super panoramica che conduce fino alla splendida Bagnara regalando terrazze naturali sul mare. Una festa per i sensi: godetevi ogni minuto di discesa. Bagnara, poi, è una cittadina meravigliosa, posizionata su più livelli lungo i tornanti, fino ad arrivare alla spiaggia. Non è solo il paese natale di Mia Martini, ma un luogo ricco di sorprese: potrete trovare uno dei ristoranti greci più blasonati di tutta Italia (Taverna Kerkira: attenzione perché lavora solo su prenotazione), un monumento al pesce spada (specialità della costa) e una spiaggia super accogliente. In alternativa, il mio consiglio è di mangiare al lido Cannet Beach e poi farvi un ottimo bagno rinfrescante nell’acqua cristallina. A circa 5 km poi potete raggiungere un’altra spiaggia molto conosciuta per le sue bellezze naturali e soprattutto per la sua fantastica granita: Favazzina. Gli scogli la proteggono creando una sorta di piscina naturale dove fare snorkeling, ma attenzione alle meduse che ogni tanto arrivano dal vicino stretto di Messina.

Proseguendo per un piacevole sali scendi di altri 7-8 km si raggiunge poi una vera perla: la cittadina di Scilla. Situata proprio fronte Sicilia (da qui un giorno partirà il ponte sullo Stretto, se mai lo faranno) si divide in tre parti: Chianalea, ovvero lo storico e curatissimo villaggio di pescatori pieno di ristorantini su palafitte sul mare, Scilla alta (dove si trovano gli alberghi più economici e bellissimi panorami) e Scilla Marina, dove si trova la spiaggia attrezzata. Inutile dire che la zona più pittoresca è Chianalea, un viale lungomare incastonato tra case di pietra da dove ammirare scogliere e angoli di paradiso, che sale piano piano tra gradini, tornanti e tantissimi gatti verso la parte alta. Sbizzarritevi a trovare il ristorante che vi piace di più, io come unico consiglio vi do quello di visitare l’enoteca Chest’é, davvero ben fornita e curiosa (saltate le altre, non sanno la differenza tra metodo classico e vino fermo rosso). Da provare anche il tradizionale panino con pesce spada: presto sarete attorniati di gattini come in Grecia! La spiaggia di Scilla è davvero molto carina: non solo il mare è davvero cristallino, permettendo di nuotare e fare snorkeling, ma regala un’atmosfera mozzafiato trovandosi solo a 3 km dalla costa siciliana (da qui parte la traversata a nuoto sullo stretto) e esattamente sotto al Castello Ruffo. Gli stabilimenti balneari sono un po’ cari (25 euro due lettini e ombrellone in ultima fila), ma se fa caldo un ombrellone è davvero necessario, qui il sole brucia.

Da Scilla a Reggio Calabria il passo è breve. Il mio consiglio è di pedalare fino a Villa San Giovanni e poi proseguire in treno fino a Reggio centrale per evitare strade trafficate (la sicurezza stradale non è molto sentita). Questa è stata l’ultima tappa del mio viaggio, perché poi ho ripreso il treno per tornare verso casa… Ma ho trascorso in città una giornata, quindi vi posso tranquillamente dire che le cose da fare a Reggio sono solo due: passeggiare (o pedalare) nel lungo mare – è definito il km più bello d’Italia per via delle sue palme e dei suoi palazzi storici -, dove sorseggiando un aperitivo si possono ammirare le coste siciliane e la movida serale, e passeggiare lungo la vicina via dello shopping dove tra un negozio e l’latro si possono ammirare il castello Aragonese e la Cattedrale di Maria Santissima. Per il resto, purtroppo, Reggio Calabria rimane una città molto affollata e trafficata, in alcuni quartieri anche pericolosa, quindi vi sconsiglio di andare troppo in giro la sera.

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