COSA VEDERE. E COME:
- Non prenotare alcuna casa particular: quando scendete dall’autobus sarete assaltati dai residenti che vi offriranno camere a prezzi stracciati. Tutte le case sono uguali: basse, coloniali, in mezzo alla natura
- Gita a cavallo tra le riserve naturali e le piantagioni di tabacco: la offrono tutti, basta chiedere alla casa particular, voi contrattate più che potete. Il costo giusto a persona è dai 10 ai 15 euro, poi alcuni offrono anche pranzo o cena. Vi cercheranno di vendere sigari, miele, rum e qualsiasi altra cosa: non accettate subito, verificate sempre la qualità
- Escursione a Cayo Jutias o Cayo Levisa: spiagge incantate, sabbia bianca e acqua cristallina, un vero paradiso senza troppo turismo (si parte la mattina e si torna la sera, contrattate con i tassisti il prezzo)
- Trekking immergendosi negli splendidi panorami tutelati dall’Unesco
- Durante il viaggio da o per L’Havana, sosta a Las Terrazas, un lago riserva naturale che merita almeno un tuffo
Spostandosi da L’Havana inizia la Cuba più bella e interessante da vivere. Vinales è una piccola cittadina in provincia di Pinar del Rio, lato nord occidentale di Cuba, a un’ora e mezza dal mare, circondata da piantagioni di tabacco e picchi rocciosi. All’arrivo è un colpo d’occhio meraviglioso: tante casette piccole, colorate, immerse nel verde rigoglioso. Gli abitanti si conoscono tutti, si respira l’aria di paese, basta chiedere e qualsiasi persona ti aiuta e consiglia per organizzare escursioni. Le case particular offrono tutte la cena e si trascorrono ore a conversare con i proprietari di casa, tutti gentilissimi.
Punto di ritrovo per i turisti, oltre alla sala da ballo allestita nella piazza centrale (si balla salsa fino alle 2, poi chiude), è l’ufficio Etecsa, unico posto in cui ci si può connettere a internet pagando 7 euro all’ora con il proprio cellulare, 50 centesimi ogni minuto con il loro computer. Alle 10 l’ufficio chiude, ma la wifi resta accesa: sotto al porticato dell’ufficio si vedono quindi file di stranieri intenti a mandare messaggi o a scrivere al computer.
Il personaggio più curioso che ho incontrato è sicuramente Jose. Mi ha seguito come un’ombra ovunque, organizzandomi qualsiasi escursione, ma è una persona onesta e di lui ci si può fidare: non tira pacchi e non fa troppa “cresta” sulle cose che propone. Un ottimo consigliere. Non beve, fuma poco e parla tanto.
Per andare a Cayo Jutias abbiamo usato un’auto scassatissima, per cambiare marcia bisognava ancora fare la doppietta. Più volte ho temuto di rimanere a piedi in mezzo alle montagne che bisogna superare per raggiungere il mare. Ma il panorama mi ha fatto superare qualsiasi timore: per arrivare nella piccola isola si deve percorrere un ponte molto simile all’8 miles bridge delle Isole Keys, peccato che la strada sia scassata e piena di buche in perfetto stile cubano. Ma non appena si diradano le mangrovie che contornano la strada, si apre uno spettacolo: un mare di sette gradazioni di azzurro diverse, splendenti sotto al sole.
Se decidete di andare a Cayo Jutias, non fermatevi alla prima spiaggia in cui si ferma il taxi: camminate lungo la spiaggia verso nord o sud, scoprirete tantissimi pescatori di frodo che vi prepareranno grigliate di aragoste a pochissimi soldi. E dei panorami mozzafiato: rami che spuntano dall’acqua creando un paesaggio onirico, mangrovie che circondano piscine naturali, pesci coloratissimi sott’acqua. Non fermatevi al primo paesaggio da cartolina: quelli sconosciuti sono decisamente i migliori.
Per i cubani è normale far salire sul proprio taxi gli amici di passaggio, non tutti hanno l’auto, la benzina costa cara e si danno una mano per gli spostamenti. Così si conoscono anche più persone. Di ritorno da Cayo Jutias sulla mia auto è salito Lorenzo, che dopo avermi fatto ballare in un’area di sosta, ovviamente della salsa, ha voluto vedere tutte le foto delle mie amiche che avevo sul cellulare facendo molti apprezzamenti. Il rapporto che hanno i cubani con le donne è noto a tutto il mondo: amano tantissimo corteggiare e hanno almeno 5 o 6 fidanzate in giro per il mondo. E’ la loro normalità. Jose, ad esempio, aveva una ragazza italiana di cui – così diceva – era follemente innamorato, ma lei l’aveva lasciato dopo ripetuti tradimenti subiti. La cosa divertente era che lui davvero si struggeva per lei: mandava messaggi, suppliche, lamentele, mi parlava sempre di lei e mi chiedeva consigli con le lacrime agli occhi. Ma non appena vedeva un essere femminile se ne dimenticava completamente. La fedeltà non è contemplata a Cuba.
Penso che ogni cubano inventi di essere stato almeno una volta in Europa per creare empatia con i turisti. Parlando con vari residenti di Vinales, tutti avevano vissuto almeno per un periodo in Italia o in Francia. Al di là che le frontiere per loro hanno aperto da poco, almeno per chi non ha appoggi o contatti diretti in Europa, non è immaginabile che un cubano spenda così tanti soldi per un viaggio “turistico” per poi tornare a casa a lavorare. Quando ho chiesto a Jose “perché sei tornato a Vinales se la tua ragazza addirittura abitava in Europa?”, mi ha risposto che gli mancava troppo la sua terra e preferisce vivere di espedienti a casa sua piuttosto che lavorare all’estero. Se tutto questo era vero non lo scoprirò mai, ma di sicuro era bravo a raccontare la sua storia ed era un piacere ascoltarlo.
Un consiglio per vivere al meglio Vinales? Dopo la doccia, prima di cena, sedetevi in terrazzo a osservare le immense piantagioni intorno a voi e godetevi la serenità che regna in questa piccola cittadina. Poi preparatevi e andate a cena passeggiando lungo la via principale che si riempie di persone chiassose, ragazzi in motorino che vanno avanti e indietro facendo vasche, luci e profumi dei ristoranti. Il migliore? Il ristorante vegano La Berenjena: non sono assolutamente vegana, ma il personale è amabile e i piatti sono fantasiosi e gustosi. E dopo tre giorni di aragoste e riso, sinceramente, avevo decisamente voglia di cambiare menu.
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