VERONA – Verona è una città che riesce ad abbinare meraviglie architettoniche, arte e buon vino. Proprio per questo ogni primo weekend del mese di febbraio, all’interno della sala Gran Guardia, proprio di fronte alla famosa Arena, si svolge la manifestazione Anteprima Amarone. Partecipare è un buon modo per unire un weekend fuori porta a Verona alla scoperta dell’Amarone che verrà: la manifestazione è organizzata dal Consorzio per la tutela dei Vini della Valpollicella per presentare al pubblico, alla stampa e agli esperti di settore la nuova annata in commercio della denominazione che proprio quest’anno compie 50 anni. Una produzione veneta che raggiunge un giro di 600 milioni di euro l’anno, esportando in 99 paesi nel mondo
Quest’anno è stata presentata l’annata 2014: per molti produttori di vino è un’annata da dimenticare. Ma come spesso avviene, è proprio nei momenti di crisi che si scoprono perle rare da piccole eccellenze. E così è stato per l’Amarone: poche bottiglie, molte delle quali non eccellenti per quanto riguarda corpo e struttura del vino a causa delle incessanti piogge di luglio 2014. Ma per i pochi fortunati che sono riusciti a ottenere un prodotto di qualità, con resa sicuramente non elevata, l’eccellenza è stata raggiunta con risultati originali.
Proprio a causa della scarsa annata, molti dei 71 produttori presenti hanno preferito non presentare la propria produzione del 2014. Qualcuno sta attendendo, mantenendo l’Amarone in botte o continuando l’affinamento in bottiglia: come si sa, la fine della storia la scriverà solo la sua evoluzione, che può sempre regalare inaspettate sorprese. Non si può sapere che volto avrà a 20 anni un bambino che ora ne ha 5.
Nel frattempo, se in pochi riescono già a commercializzare il 2014 a causa della sua brutta nomea, ci sono anche le eccezioni. Una di queste è sicuramente l’azienda “I Vigneti di Ettore“, a conduzione famigliare, che grazie all’esposizione del sole dei suoi piccoli 5 ettari, è riuscito a presentare con orgoglio il suo 2014: più delicato rispetto alle altre annate, dotato di minor struttura, piace per la sua morbidezza e i sentori di frutta fresca che nelle altre annate si perdono a favore del tannino e della tostatura.
Durante la giornata, però, si sono potute degustare tante altre annate dai risultati più facili. Le cantine si dividono in due tipologie: chi punta sulla morbidezza e la pienezza del gusto, per compiacere soprattutto il mercato estero, e chi punta sull’austerità del tannino dell’Amarone, per proporlo soprattutto come abbinamento a tavola. Eccellenza di punta, come dimostra anche il suo prezzo al pubblico, l’azienda agricola “Zyme”, che ha presentato un Amarone Docg classico del 2011 e un Amarone Dop del 2003. Con una maturazione in botti grandi di Slavonia e l’utilizzo di lieviti autoctoni, l’Amarone Zyme presenta un gusto rotondo, morbido e facile da bere, con spezie dolci all’olfatto, che piace molto all’estero tanto che l’azienda esporta il 90% delle bottiglie. Perla nascosta, prodotta in pochissime bottiglie, la riserva del 2006, che prevede affinamento più lungo e botti più grandi.
Da provare anche l’Amarone Dop 2013 e il classico Docg del 2012 dell’azienda “Tinazzi”. In particolar modo quest’ultima annata di selezione classica, prodotta solo in 3mila bottiglie, con una bassa resa e grande qualità per il gusto e per l’olfatto.
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