L’enoturismo è in grande espansione. Non solo ci sono sempre più appassionati di vino che hanno iniziato a girare il mondo visitando cantine e preferendo il relax della natura al turismo di massa, ma anche in Italia, un passo alla volta, ci stiamo attrezzando per accogliere sempre più visitatori. Non c’è dubbio che sia un settore trainante dell’economia, che porta migliaia di stranieri ogni anno nelle nostre terre, promuovendo un turismo consapevole e di qualità.
Sono sempre di più gli investimenti che si effettuano in questo settore. Un esempio è quello dell‘azienda Fasoli, che oltre a produrre una gamma di circa 20 vini (di cui l’85% viene destinato all’estero) che spaziano dal Soave al Valpollicella, sta investendo molto in strutture ricettive.
“Credo molto nell’enoturismo – spiega Matteo Fasoli, responsabile vendite Fasoli – sono socio della Tenuta le Cave, in Valpollicella, dove abbiamo 19 camere e un ristorante. Questo fenomeno è iniziato all’estero, ma dobbiamo iniziare a proporlo anche in Italia, anzi, dobbiamo scommettere su questo settore in grande crescita. L’85% dei clienti che vengono sono stranieri: 17% dall’Australia. I turisti vengono e cercano sempre di meno gli hotel giganti e a 5 stelle, ma sempre più esperienze genuine e autentiche, con poche persone e poche camere per sentirsi a casa. E il vino veicola bene questo messaggio”.
“E’ una direzione che dovrebbe essere presa in seria considerazione da tutti, abbiamo questo su cui puntare in Italia, non l’industria dei metalli pesanti – prosegue Fasoli -. E’ un bellissimo modo di viaggiare visitare cantine, io mi muovo così ad esempio. Anche le piccole cantine dovrebbero iniziare a farlo: si creerebbe un circolo positivo, non ci faremmo concorrenza, purché si punti sempre sulla qualità. Mi disturbano di più le cooperative enormi il cui veicolo di vendita è il prezzo. Noi invece raccontiamo quanto lavoro c’è dietro una bottiglia di vino“.
Ma ci sono tanti altri progetti in cantiere: “Avendo visto che il primo funziona, abbiamo deciso di aprire un altro wine relais qui in val d’Illasi, a 800 metri dalla cantina, con una Spa e 14 camere – conclude -. La gente ha voglia di rilassarsi. Pur tenendo la stessa qualità delle Cave, qui vogliamo ricreare un ambiente più famigliare: siamo più vicini a Verona, solo 16 km. Dobbiamo iniziare però a vendere il territorio in scala vasta: Venezia è a 50 minuti, un’ora e mezza e c’è Milano, c’è il Lago di Garda, Vicenza e Padova. Abbiamo un paese meraviglioso e non siamo in grado di fare marketing, non collaboriamo. Dovremmo essere meno egocentrici ed egoisti, questo Paese sarebbe una potenza”.
Il wine relais sarà operativo tra un anno e mezzo, i lavori inizieranno già a giugno. Le persone che ci visiteranno potranno non solo assaggiare i vini Fasoli, ma il personale le accompagnerà nei posti meno popolari e meno turistici per scoprire le bellezze del territorio, suggerendo itinerari diversi.
Nel frattempo, vi consiglio di visitare il wine shop Fasoli, in Val d’Illasi, proprio tra le terre del Soave e la Valpollicella. Potrete assaggiare una ventina di vini, tra cui il noto Amarone e l’ultimo nato, “Igino“, un cabernet sauvignon prodotto con uve passite. L’etichetta di cui fa parte è un’etichetta particolare, con cui si presentano vinificazioni separate degli uvaggi che compongono l’Amarone.
Il cabernet sauvignon in questione arriva da Illasi, da un ettaro e mezzo a 180 metri di altitudine. Il nome, Igino, arriva dal fondatore dell’azienda vitivinicola, nel primo dopo guerra. Morbidezza e spalla acida si sposano perfettamente nel 2015 che ora è in commercio dopo due anni di affinamento.
non vedo l’ ora che sia operativo!!! Splendido
"Mi piace""Mi piace"