CittadellArteVino, buona la prima dell’evento dedicato alle eccellenze enogastronomiche

Sorseggiare ottimi calici di vino in uno storico palazzo, circondati da opere d’arte? Da quest’anno si può, grazie a CittadellArteVino, la manifestazione che si è svolta nella sua prima edizione a Cittadella il 30 settembre. Fare il vino e innalzarlo ai vertici della qualità è una forma d’arte e CittadellArteVino vuole dare voce agli artisti sapienti che hanno trasferito nel calice la loro opera, in forma liquida. A ciò si aggiunga che il vino, anche in virtù della sua valenza simbolica, è spesso raffigurato in quadri famosi, effigiato in templi e monumenti e altrettanto decantato nella prosa e nei versi di letterati antichi e moderni. Di qui anche la scelta della location, il quattrocentesco Palazzo Pretorio di Cittadella, scrigno di arte e storia che si respirano appena varcata la soglia.

Alla prima edizione di CittadellArteVino hanno partecipato più di 50 case vitivinicole selezionate, che figurano tra le eccellenze nazionali, con oltre 250 referenze in degustazione, 5 birrifici artigianali, 1 importante azienda di caffè, 3 distillatori locali e 10 aziende dell’alimentare di qualità del territorio. A completare il tutto, uno spazio sensoriale-olfattivo e un’area esterna smoke per sigari curata dal Club Ambasciatori dell’Italico.

Cinque le degustazioni guidate in programma, a cura di Alessandro Scorsone, Sommelier Master Class, Maestro cerimoniere di Palazzo Chigi, giornalista, responsabile della Guida Vini Buoni d’Italia e testimonial di CittadellArteVino.

Tante le eccellenze selezionate, dalle proposte più blasonate e commerciali alle piccole cantine. Il percorso partiva infatti dagli spumanti, dal prosecco di Bisol a Sui Nui Spumanti, per arrivare a Ferrari Trento Doc che ha presentato l’intera gamma di Maximum (dal brut, al rosé fino alla versione demi sec pensata per chiudere il pasto). Sorpresa inaspettata, la piccola cantina Nicola Gatta, di Gussago (Bs) appena fuori dal territorio del Franciacorta: non possiede la Docg, ma tutta la freschezza e la sapidità del territorio per far esprimere al meglio il pinot nero e lo chardonnay sì. I suoi vini sono naturali, a fermentazione spontanea con lieviti autoctoni, senza aggiunta di solforosa e liqueur d’expedition: il risultato è un gusto secco (sono quasi tutti brut nature) intenso e persistente al palato, una bevuta elegante e fuori dagli schemi del Franciacorta, con un perlage morbido che non si perde mai. Prodotti di punta sicuramente il suo rosé (60 mesi sui lieviti), il blanc de noir 70 mesi sui lieviti e il Molener extra brut riserva con 90 mesi sui lieviti.

Tra le eccellenze selezionate, anche i vignaioli “nostrani”: una sezione infatti era dedicata ai Colli Euganei, vero asso nella manica dell’enologia veneta. Presenti anche i rodigini Quota 101, con la cantina a Torreglia, che hanno presentato la grande novità che sarà messa in commercio tra sei mesi, l’Ortone 2015 (taglio bordolese che non delude mai le aspettative), e la cantina tutta al femminile Maeli, che ormai ha reso il moscato giallo il vero oro dei colli Euganei in giro per il mondo. Presenti anche tante altre eccellenze euganee da scoprire, abbinandole magari a un viaggio enoturistico nel territorio padovano e vicentino: Le Vopi, a Baone, che ha conquistato talmente tanto con la sua bottiglia di Colli Euganei Rosso 2011 da esaurirne tutte le riserve (taglio bordolese che a breve sarà ripresentato nella sua versione 2012); Il Mottolo,piccola cantina di Baone che è riuscita a conquistare i palati più sofisticati con l’eleganza e gli aromi del suo Carmenére Vignanina 2015e l’immancabile ed evergreen Zanovello Ca Lustra i cui Merlot sassonero (2013) e il cabernet sauvignon Girapoggio (2013) hanno reso celebri i colli Euganei in tutta Italia.

Di alta qualità anche le aziende alimentari selezionate: dal consorzio Olio di Garda Dop a Dimensione Carne di Piove di Sacco, il cui salame di cavallo ha fatto impazzire i palati più difficili. Ottimi i formaggi dell’azienda Casearia di Carpenedo così come i salumi dell’Opificio 1899 di Verona e del salumificio Mec Palmieri di San Prospero, Modena, produttori della nota mortadella “Favola”.

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