Attraversando la Galicia verso Santiago

COSA FARE E QUANDO:

  •  Un bagno nelle bellissime spiagge attorno a Ribadeo, prima provincia della Galicia
  • Mangiare il pulpo a la Gallega, ovunque e comunque
  • Vivere l’atmosfera medievale di Mondonedo
  • Visitare il monastero di Sobardo Dos Monxes
  • Attraversare respirando a pieni polmoni i boschi di eucalipto che conducono fino alla meravigliosa vista di Santiago dal Monte Do Gozo
  • Vivere la città di Santiago de Compostela, passeggiando tra i suoi vicoli e la sua famosissima cattedrale

La cosa più bella è l’entrata in Galicia: per passare dalle Asturie alla regione più occidentale della Spagna, infatti, si attraversa un lungo ponte, Il ponte Dos Santos, con solo una piccola parte dedicata al transito ciclabile e pedonabile. Dall’alto, però, si può ammirare un panorama fantastico, fatto di spiagge, scogliere e dal fiume Ria de Ribadeo.

Da qui, in circa mezz’ora di bici, si raggiunge Ribadeo, una cittadina piccola ma molto carina, piena di locali, ristoranti e piazzette con musica dal vivo e ovviamente pulperie. Perché, signore e signori, il vero re della Galicia è il pulpo a la gallega, che come lo cucinano qui è impossibile da trovare: croccante fuori, tenerissimo dentro. Ogni paese ha la sua versione, ma rimane comunque una delle tradizioni culinarie più importanti per questa zona della Spagna, con pesanti ricadute sull’economia ovviamente.

Ribadeo ha anche una spiaggia in città, che va e viene in base alle maree. Ed è qui che mi sono riposata una sera, prima per ripartire per l’entroterra che mi avrebbe condotto verso Santiago, per affrontare quella che è stata la tappa più dura di tutto il cammino: da Ribadeo a Villalba, passando per Mondonedo, facendo 89 km con un dislivello di oltre duemila metri totali. Una follia, visto che si passa anche attraverso strade così ripide da dover spingere la bicicletta con tutti i bagagli.

Ma andiamo per tappe. Allontanandosi da Ribadeo si percorre l’ultimo tratto di costa, costellato da meravigliose spiagge nascoste tra i faraglioni che sbucano in mare. A San Cosme si gira a sinistra, si raggiunge Laurenza e qui… inizia la montagna, quella vera, dato che si dovranno superare i mille metri di altitudine. Il primo paese che si incontra è Mondonedo, che sembra letteralmente uscito da una cartolina: tipico borgo medievale, con la cattedrale e il palio, sono stata accolta addirittura dagli sbandieratori e dai fuochi d’artificio, dato che sono passata di lì proprio il giorno dedicato a Santiago, il patrono della Galicia. Dalle sue stradine ciottolate, piano piano si inizia a salire e tutto intorno si trasforma in foresta.

Le strade qui sono impervie e poco chiare, il navigatore ogni tanto si inceppa e anche le frecce gialle si perdono. Vi consiglio di studiare bene la mappa e soprattutto cercare di capire qual è il cammino meno ripido. Io ho scelto, purtroppo, quello sbagliato e mi sono ritrovata in mezzo a un bosco con una strada che superava il 25% di dislivello. L’ho fatta tutta spingendo, per circa 20 km totali. Si attraversano cime di montagne ricoperte di moderne pale eoliche, campi coltivati e pascoli di mucche, sempre molto ripidi, per poi arrivare, finalmente a un altopiano (scordatevi la discesa, in questa tappa non c’è) che alterna piccole salite a tratti pianeggianti. Purtroppo, non appena ho ripreso a respirare, mi ha sorpreso un temporale assai violento che mi ha completamente bagnato e costretta a fermarmi in una stazione di servizio.

Stavo quasi per cedere e fermarmi prima del previsto quando, da dietro di me, sono comparsi due angeli: Emilio e Juan, due ragazzi dei Paesi Baschi in bici, che sono diventati i miei compagni di viaggio per gli ultimi tre giorni. Insieme abbiamo raggiunto Villalba, dove abbiamo dormito la notte: una cittadina senza nulla di speciale, ma l’unico centro abitato in un’area completamente montana e in mano alla natura più selvaggia. Fortuna che il pulpo a la gallega ci ha fatto compagnia, così come gli Ska P all’interno dei bar in cui entravamo.

Da Villalba abbiamo poi raggiunto Sobrado Dos Monxes: una tappa corta, circa 65 km, pianeggiante, che attraversa boschi e strade sterrate, ma senza particolari difficoltà. All’interno dei boschi si possono incontrare meraviglie della natura come laghi, foreste di eucalipto, animali di ogni genere. La Galicia possiede una natura davvero incontaminata. Sobrado, inoltre, è una cittadina votata al turismo religioso e molto carina: il suo monastero attira ogni giorno centinaia di turisti e pellegrini, anche perché si trova a soli 68 km da Santiago de Compostela.

 

 

Infine, l’ultima tappa, che per me si è trasformata in una vera e propria spartan race visto che ho pedalato tutto il giorno sotto alla pioggia che ha trasformato le strade sterrate (da Arzua a Santiago è tutto sterrato) in fiumi di fango. Inoltre, gli ultimi 30 km è tutta una gara per schivare gli altri pellegrini a piedi, perché in questo tratto di strada i tre cammini principali (il frances, il primitivo e quello del nord) confluiscono. Lungo il percorso si incontrano molti bar, tutti votati all’accoglienza di pellegrini, che ormai iniziano a essere stanchi da tanto camminare.

Poi, a un certo punto, compare il punto di riferimento che ti fa capire di essere quasi arrivata alla fine, il monito che preannuncia il raggiungimento di un traguardo: il monte Do Gozo. Che è tutt’altro che una passeggiata. Per raggiungere la vetta c’è un susseguirsi di salite molto ripide che ogni volta sembrano portarti in cima, ma in realtà ce n’è subito un’altra ad aspettarti. La fatica e la voglia di arrivare sono talmente tante che ti sembra un periodo di tempo interminabile… Ma alla fine, eccola, bellissima, la cima. E da lì su riesci a vedere la città di Santiago che ti guarda, con le sue guglie e la sua cattedrale, pronta ad accoglierti.

Da questo momento in poi è stato tutto un sorriso. Una dolce discesa ti porta in città, facendoti percorrere gli ultimi 5 km tra lacrime e stupore. Piano piano entri nel centro storico, inizi a seguire le conchiglie dorate che ti conducono una dopo l’altra davanti alla Cattedrale di Santiago che decreta la fine di questa meravigliosa avventura chiamata Camino di Santiago. Un pugno allo stomaco di emozioni, sensazioni, difficoltà da superare, persone da conoscere, esperienze da vivere, sudore e lacrime, gioia e festeggiamenti. Difficile da dire cosa succede in quel momento in cui ti rendi conto di avercela fatta, di avercela fatta da sola, senza l’aiuto di nessuno, solo con le tue forze e il tuo spirito. Io ci ho messo qualche ora per capire chi ero, anzi, forse tutta sera, visto che proprio in quel momento dalla felicità ho iniziato a lasciare in giro cose, tra cui il mio passaporto che ho ovviamente perso.

Santiago è una delle città più belle di Spagna. Molto storica, tutta in pietra faccia a vista, dalle chiese mistiche e dai locali trendy e festaioli. La sua fortuna è stata sicuramente decretata dai pellegrinaggi, tanto che tutto ruota intorno ai servizi di ospitalità, di ritiro della credenziale, di visita ai luoghi sacri. Ti accoglie insieme a un fiume umano di pellegrini, tutti raccolti davanti alla Cattedrale, chi a piedi, chi in bici, chi a cavallo. Tutti hanno il cuore gonfio di emozione. E tu sei lì, con loro, a condividere questa meraviglia che ti fa sentire più viva che mai.

Solo a scrivere questo articolo, vorrei già ripartire ora. Grazie a tutti coloro che hanno condiviso con me questo cammino, anche a distanza. L’energia di tutti voi ha arricchito tanto anche me.

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