Il parco nazionale del Pollino, l’area protetta più estesa d’Italia a cavallo tra Basilicata e Calabria, è uno dei luoghi più belli che abbia mai visto. Ma anche dei più duri da fare in bici: le salite sono belle toste, con pendenze importanti, e alcune sembrano non finire mai, soprattutto sotto al sole estivo (io ho seguito un percorso di circa 100 km con 2mila metri di dislivello). Ma vi posso assicurare che ogni goccia di sudore è ben spesa tra pendii che sembrano disegnati, rocce che sembrano sculture e alberi che sembrano persone che si inchinano al tuo passaggio per un saluto. Senza contare la varietà di flora e fauna che si trova qui: dai cavalli selvatici a piante e arbusti unici, come il pino loricato.
Sono partita da Senise, dall’agriturismo Tenuta Fortuanto (leggi articolo) dove attorno alla diga si capisce già di che morte morire con un saliscendi abbastanza impegnativo fino alla piccola e caratteristica cittadina di Noepoli, arroccata in cima a un monte. Se vi serve un caffé, sigarette, un tramezzino mettetevela via: è l’unica forma di vita qui intorno e per raggiungerla dovete affrontare una salita di circa 10 km. Dalla sua piazza, però, si affaccia una terrazza panoramica che apre le porte del parco del Pollino in tutta la sua bellezza. Volendo, si può allungare il tragitto scendendo un po’ e poi risalendo fino alla città di San Paolo Albanese, di tradizione Arberesh (ovvero albanese, dato che qui si rifugiarono i nobili dopo la caduta del principe Skanderbeg). Se invece volete subito inoltrarvi nel parco del Pollino prendete la bellissima e lunghissima discesa (che poi però si trasforma in salita per circa 16 km) fino a Terranova di Pollino: un paese incantato.










Terranova, oltre ad essere un paese altamente panoramico con terrazze che si affacciano sulla vegetazione che cresce rigogliosa, è famoso per la sua gastronomia. In particolare non perdetevi l’osteria del Baccalà, un ristorantino gestito da una coppia di anziani a base di pietanze solo a base di baccalà: strano per essere in montagna, ma vero e buonissimo.
Da qui proseguite verso Acquatremola in un saliscendi (più sali che scendi) di stradine in mezzo a boschi, pascoli, animali di ogni genere. E anche ponti assai caratteristici. Ogni 5 km c’è un bel vedere sui monti del Pollino, che vi lasciano a bocca aperta per la varietà di panorami, kanyon e vegetazione che propongono. Fino ad Acquatremola, appunto, dove invece vi troverete immersi in un meraviglioso bosco di faggi, circondato da fiori viola e sorgenti d’acqua. Qui sembra di essere davvero nel regno delle fate, anche se la salita non dà tregua: in questo punto ero quasi già a duemila metri di dislivello attivo. Da qui partono varie passeggiate a piedi e per fortuna è il punto più alto dell’itinerario: al di là di piccole salitelle, scavallata Acquatremola inizia la discesa!












Non c’è dubbio che dopo una giornata di fatica, inforcare la bici per fare circa 20 km di discesa sia un vero spasso (al di là delle buche sulla strada a cui prestare sempre molta attenzione). I panorami, proseguendo verso la città di Rotonda, iniziano a cambiare facendosi meno boschivi e più verdi, addomesticati dall’uomo. L’orizzonte è sempre più esteso, fino a vedere varie cittadine una più bella dell’altra: Viggianello (arroccata in cima a uno spuntone di roccia), Gaglione e la mia meta: Rotonda.
Rotonda è il cuore del parco del Pollino, punto di partenza o arrivo perfetto per chi vuole conoscere con attività di escursionismo questo splendido parco: dalla bici al trekking, dal rafting al cavallo.. Le attività sportive sono tantissime e proprio qui si trovano numerose agenzie che le propongono. Una di queste è la Wilderness Parco nazionale del Pollino (visita il sito): provate ad affidarvi alla sapiente esperienza di Carlo Marisco per conoscere ancora meglio questa splendida terra.
Come sapete, però, io amo anche scoprire e degustare le tradizioni enogastronomiche di un territorio e il Pollino, così come la Basilicata, riservano sempre sorprese. A Rotonda, ad esempio, le melanzane sono rosse – ricordano il gusto del cetriolo – e il vino è buonissimo (visitate l’enoteca Pollino divino per assaggiare delle vere prelibatezze, è un angolo di paradiso per gli amanti del buono e del tipico, con tante chicche da scoprire di altissimo livello – è una delle 10 enoteche migliori di Italia). Qui ho potuto fare una piccola degustazione per scoprire i vini più particolari della zona: guidata da Carlo, simpatico ed esperto sommelier professionista, sono partita da un metodo classico di Aglianico rosé (cantina Ferrocinto), per poi assaggiare il Guarnaccino, vitigno a bacca rossa autoctono vinificato in bianco dalla cantina Luigi Lauria, per poi chiudere con un Magliocco rosso, profumatissimo, di Matina.







Ultima raccomandazione: se non sapete dove dormire a Rotonda vi consiglio di contattare l’agriturismo Campo le rose (https://www.masseriacampolerose.it/) che ha camere sia fuori città verso Viggianello, sia in pieno centro a Rotonda in formato B&B. Comodo e spazioso, pulito e con una ricca colazione, vi saprà accogliere spendendo una cifra moderata (cosa non facile, soprattutto in alta stagione). Provare per credere: Rotonda vi aspetta con un centro storico tutto da scoprire (e tantissimi gatti da coccolare).