Doveva essere il percorso più semplice (circa 60 km in discesa verso il mare) e invece si è rivelato il più avventuroso: la strada che va da Rotonda, nel cuore del Parco del Pollino, fino allo splendido mare di Maratea si inerpica per le aspre e meravigliose montagne calabresi, regalando emozioni e panorami mozzafiato, ma anche tanta fatica visto le pendenze molto importanti. (Se sei curioso di sapere tutto sul Pollino leggi qui, mentre se vuoi sapere di più su Matera e la Basilicata qui e qui).
Prima di tutto: il fatto che la Calabria e le sue montagne siano un luogo quasi disabitato non è uno stereotipo. Si può pedalare davvero per decine di km senza incontrare anima viva. E’ fondamentale quindi portare con sé tanta acqua e qualche barretta, che di bar aperti non se ne trovano.
Punto due: proprio per questo lo scenario è spettacolare. Intere montagne ricoperte di vegetazione senza paesi o città costruite dall’uomo, solo una strada (in genere molto pendente, ho trovato anche dei 20%) che sale e scende, in una danza che è perfettamente allenante. La fatica si farà sentire, ma che meraviglia: io sono passata per il monte Serramale, che mi ha conquistato con una salita tra montagne di gesso e una discesa in mezzo agli alberi, tra rigagnoli d’acqua, capre e pochissime auto. Non c’è molto da aggiungere: qui è la natura a fare da padrone e lo si vede appena si varca il confine della Basilicata. Verde, verde, verde, montagne e rocce in un continuo saliscendi fiabesco. A volte sembrava di essere davvero dentro a un presepe.
Poi, verso la costa, si iniziano a incontrare i primi paesi, con qualche casa sparuta, contadini e tanto tanto peperoncino. Indimenticabile il paese di Tortora, che vi accoglie con un murales proprio “spicy”. Poi una lunga discesa vi condurrà fino a Tortora Marina, da dove potrete ricongiungervi alla Basilicata attraverso il ponte di Castrocucco.






Arrivati sulla costa inizia il relax: qui le pendenze sono veramente dolci (sempre un saliscendi, ma al massimo del 3%), salvo quando si raggiunge proprio la spiaggia che bisogna scendere e quindi poi risalire un bel po’. La costa tirrenica della Basilicata è un susseguirsi di meraviglie. Arrivando da sud si incontra prima la grande spiaggia di A Gnola, forse la meno carina ma sicuramente la più larga ed economica (soprattutto per dormire, gli hotel a Maratea hanno dei prezzi folli… Molto meglio pernottare qui e poi spostarsi). Si sale fino alla pittoresca La Secca, piccolo incavo dove si può nuotare e fare snorkeling attorno a un isolotto. Salendo ancora di qualche km si incontra la spiaggia che più mi è piaciuta: Cala Ficarra o Spiaggia d’A Scala. Per raggiungerla bisogna scendere infatti una scaletta, ma da qui si apre un panorama fantastico di calette, grotte e scogli dove fare snorkeling, osservare pesci, esplorare anfratti scavati nella roccia che ricreano veri e propri edifici.
La cosa migliore è infatti prendere un lettino nelle spiagge attrezzate (le spiagge sono sassose, con il solo telo non si sta molto comodi) e poi muoversi con un kayak o con un Sup: quasi tutti li noleggiano a pochi euro l’ora. In mezza giornata si può visitare tutto: non perdetevi ogni caletta non raggiungibile a piedi e soprattutto le grotte: grotta azzurra e grotta della Sciabella sono decisamente le più belle ed emozionanti. Sembrerà di entrare in un altro mondo, sotterraneo e marino… Se non le trovate subito, chiedete ai bagnanti: le conoscono quasi tutti.
Anche procedendo a nord di Maratea le spiagge sono molto belle, ma personalmente preferisco quelle a sud: preferisco fare escursioni in kayak e mi annoio a fare l’intera giornata distesa al sole.
La città di Maratea è una piccola bomboniera, ma per raggiungerla dovrete affrontare una bella salita perché non si trova sul livello del mare. Si tratta di circa 7 km dalla spiaggia, non troppo pendenti ma con un 5% costante. Il centro è piccolo e chiuso al traffico, pieno di palazzi storici, locali e ristoranti. Qui costa tutto tantissimo, ma il belvedere è spettacolare. Se poi volete ammirare il panorama più magico, non potete perdervi la salita al Cristo, simile a quello di Rio, e i suoi bellissimi tornanti amati da tutti i ciclisti della zona.








Dopo aver fatto tutta la costa della Basilicata, immancabile una sosta ad Acquafredda un paese che sembra davvero un presepe, regalatevi i 10 km che vi porteranno a Sapri (città da dove si può riprendere l’alta velocità in treno). Dico regalatevi perché sono davvero un piacere per gli occhi e per il cuore: si attraversa una montagna, ammirando un panorama pazzesco, senza lampioni o troppe auto a disturbare (io questa strada l’ho fatta di notte, magica). Gli abitanti del posto dicono che è un luogo bellissimo e maledetto (purtroppo molti giovani si sono lanciati dalle scogliere), ma di certo è davvero emozionante pedalare sotto alle stelle ascoltando le onde del mare e respirando l’aria di montagna.
Una volta a Sapri, ovviamente, non perdetevi la famosa Spigolatrice sul lungomare e poi fate una sosta per rifocillarvi a piazza del Plebiscito, dove troverete un sacco di cantine e pizzerie (eh già, qui siamo già in Campania). Bello anche il lungo mare con locali e ristoranti che stanno aperti fino a tarda notte. La spiaggia è molto meno bella rispetto alla Basilicata, ma è ottima da vivere finché aspettate il treno.


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