Era da sempre stato un mio sogno nel cassetto: atterrare a New Orleans, noleggiare un’auto, e risalire il Mississippi fino a Chicago. Il Grande Fiume degli Usa, infatti, mi ha da sempre ricordato il mio Grande Fiume, ovvero il Po, che tante emozioni mi ha regalato percorrendolo in bici dal suo Delta alla sua sorgente: un fiume unisce paesaggi, persone, tradizioni, città tra loro molto diverse. In questo caso, inoltre, il viaggio è stato arricchito da un’ulteriore particolarità: il Mississippi collega le città americane dove è nata la MUSICA. E non a caso scrivo musica in maiuscolo: il jazz, il blues, il rock&roll, il country… Partendo da New Orleans, infatti, si attraversano Memphis, la città del blues e di Elvis; Nashville, la città del country, del rock e dell’industria discografica sfavillante; Louisville, la città del bourbon, Muhammad Ali, e dei bar con musica live e infine si arriva a Chicago, la città dei Blues Brothers, dei teatri con i musical, di intere generazioni musicali rock e blues. Questa, infatti, è la zona d’America più black, in cui un tempo – e badate davvero fino a pochissimo tempo fa – c’erano le piantagioni di riso o di cotone in cui lavoravano centinaia di schiavi. E’ la zona in cui si parla Francese e non solo inglese, dove è il bianco a sentirsi in minoranza in ogni ambiente, dove la cucina è ben diversa dagli hamburger e dalle patatine fritte, lasciando spazio alla creatività africana e europea. Ma vediamo, tappa dopo tappa, cosa vedere e cosa aspettarsi.
Il viaggio non è semplice e abbastanza lungo: 800 km. Suddiviso a tappe organizzate ovviamente è fattibile e vi consiglio di seguire quelle che abbiamo fatto noi, in modo da non guidare mai per più di 6 ore (che poi diventa abbastanza pesante). Gli Usa sono sconfinati, quindi ricordatevi che lungo la strada ci sono poche soste effettuabili per il carburante ed è meglio essere ben organizzati, così come per mangiare (in genere nelle aree di sosta fuori dalle autostrade si trovano MC Donald’s, tavole calde o Subway).
E rispondo già a qualche questione pratica:
1 – In alcuni Stati che attraverserete è richiesta la patente internazionale, è bene che almeno una persona la faccia, anche se la questione è sempre poco chiara. In Louisiana, a New Orleans, ad esempio non serve, mentre nello stato del Mississippi sì, in Tennessee no, mentre in Kentucky è consigliata… Insomma, meglio averne almeno una che la polizia americana è molto formale.
2 – Le autostrade sono gratuite fino al momento in cui entrerete nell’Illinois, a Chicago, dove costano invece tantissimo (anche le sigarette). Ogni Stato americano è infatti autonomo in queste decisioni. La benzina costa pochissimo.
3 – Si può tranquillamente noleggiare l’auto in un posto e rilasciarla in un altro, ovviamente con una piccola maggiorazione di prezzo. Serve la carta di credito e la patente da almeno 5 anni.
New Orleans












Siamo atterrate a New Orleans, quella che personalmente definirei la più bella e viva città d’America. E’ una città fondamentalmente bassa, fatta di case di legno in stile coloniale (francese o inglese), piena di tradizioni africane (come il Voodoo e il cibo speziato) e cimiteri europei. La fortuna ha voluto che il 25 aprile, il giorno in cui sono arrivata, iniziasse anche il Jazz Festival, una manifestazione di due settimane dedicata alla musica che richiama non solo migliaia di persone, ma anche artisti da tutto il mondo. Nel mio caso, c’erano niente di meno che i Beach Boys, i Killers, i Rolling Stones… E tantissimi altri nomi minori dislocati in decine di palchi per tutto il giorno. Si svolge ogni anno all’interno del Fair Ground race, dove in genere corrono i cavalli. Il festival chiude alle 19, ma appena finisce la musica dentro, inizia quella fuori: tutte le case colorate del quartiere iniziano a ospitare concerti fai da te, feste, grigliate, apertivi. Una vera gioia di colori e divertimento per tutta la notte.
La musica è il filo conduttore dei luoghi principali New Orleans. Ci sono altri due luoghi da non perdere in città. La prima è Bourbon street, all’interno del French quarter (cuore pulsante e storico di New Orleans), strada brulicante di locali con musica dal vivo all’interno fino a tarda notte. La tradizione vuole che dai terrazzi dei vari palazzi liberty la gente lanci le collane colorate che trova appese lungo le cancellate case (gli abitanti le lasciano fuori apposta: sono tutti super friendly, stravaganti e festaioli). La seconda è Frenchman street, ai confini del French quarter, dove si trovano locali jazz, case aperte al pubblico con jam session all’interno, mercatini ovviamente dedicati alla musica. Una girandola di colori e profumi che vi conquisterà. La regola è ballare, cantare, ballare e ancora cantare, sempre.
Per mangiare andate a sentimento: si mangia bene ovunque a New Orleans, ma soprattutto sempre e solo tipico: la cucina è creola e speziata, con tantissimi gamberetti e zuppe caratteristiche (a me sono piaciute molto). Se vi spostate verso la zona del parco (New Orleans city park) troverete locali più “radical chic” e meno turistici, con vino buonissimo e ricercato. Il parco va assolutamente visitato: è enorme, pieno di sculture artistiche e musei, palestre a cielo aperto, scoiattoli e… alligatori!
Ma oltre a tutto questo, a New Orleans scoprite anche lo strano rapporto della popolazione con fantasmi, morte e riti Voodoo: tutto di tradizione africana, così come la principale etnia dei suoi abitanti. Basta passeggiare tra le sue vie per cogliere arredi, fantocci fantasma, scheletri e cimiteri monumentali in tutti gli angoli.
Dove pernottare
Vi consiglio di prenotare tra il French Quarter (piena di movida) e la zona dei parchi (più tranquilla). Se avete l’auto, la zona dei parchi è piena di parcheggi gratuiti, mentre nel French quarter sono tutti a pagamento (tramite apposita App).
Nei Dintorni di New Orleans














Anche i dintorni di New Orleans sono speciali. Su tutto, vi consiglio di fare due escursioni assai caratteristiche:
- Visita al Delta del Mississippi e ai suoi alligatori. Potete visitare con una speciale imbarcazione i canali creati dal Delta del fiume più lungo d’America, pieni di mangrovie, vegetazione e tantissimi alligatori. Questa zona si chiama bayou e un tempo ospitava anche gli schiavi fuggitivi che si ribellavano alla schiavitù (chiamati Maroon). Si può prenotare un tour che parte direttamente dal porto di New Orleans con il bus, oppure raggiungere in auto uno degli stabilimenti dove vi porteranno in giro in barca fermandosi poi a mangiare carne di alligatore per pranzo.
- Visita a una piantagione di riso. La Louisiana è tristemente nota per il suo passato da schiavista, nelle grandi piantagioni di riso (e poco più a nord cotone). I panorami di queste piantagioni li abbiamo visti in tutti i film, compreso Django di Tarantino che è stato girato proprio qui, ma per conoscere a fondo la storia degli schiavi e della loro – recentissima – liberazione vi consiglio la piantagione di Whitney, facilmente raggiungibile in auto o con tour guidato. All’interno non solo si possono vistare tutti gli spazi e la casa patronale, ma si può anche ripercorrere tutta la storia grazie a un museo dedicato. Fa venire i brividi. E se New Orleans è la capitale della musica mondiale, lo dobbiamo proprio agli schiavi, e alla loro tradizione musicale, che hanno creato il blues e il jazz.
Memphis










Memphis non ha bisogno di presentazioni. E’ la città di Elvis, del rock e del blues. In realtà oltre a questo non c’è molto di più, ma una tappa è obbligatoria per conoscere la musica americana. Le cose da fare sono principalmente due:
- Visitare Graceland. Lì dove viveva Elvis, ora è sorta una Gardaland a lui dedicata. La sua casa è rimasta esattamente quella che era e un tour guidato vi farà scoprire la sua vita, la sua famiglia, i luoghi più iconici tra cui i suoi arei privati (ripresi fedelmente dal film di Baz Luhrmann), i suoi vestiti, i suoi cavalli, le sue auto… Insomma, vi immergerete nel mondo di Elvis, sfavillante quanto sfortunato: il tour finisce infatti sulla sua tomba, a fianco a quella della figlia Lisa Marie, del nipote e dei genitori che tanto hanno significato per lui. Non è una visita economica: il tour costa 70 dollari. Ma ne vale davvero la pena.
- Passeggiare per B.B. King boulevard e l’hotel Peabody . La prima è la via dei locali, dei ristoranti, della movida di Memphis. In ogni locale, ovviamente, troverete musica dal vivo. Il secondo è invece l’hotel, sempre in centro, dove ogni giorno, alle 11 e alle 17, avviene la sfilata delle anatre che dalla loro camera vanno in fontana e viceversa.
Dove alloggiare e dove mangiare
Vi consiglio di pernottare in centro a Memphis e poi andare a Graceland in auto, perché fuori non c’è nulla se non degrado e disperazione. Per mangiare invece provate assolutamente il menù degustazione al “The flight”, ristorante carinissimo e curatissimo con un ottimo rapporto qualità prezzo. Anche a Memphis, in centro e vicino alla casa di Elvis, i parcheggi sono tutti a pagamento.
Nashville











Nashville è la vera città della musica. Dopo centinaia di km in mezzo al nulla e all’America più “black”, entrare a Nashville ti riporta in un’atmosfera più “conosciuta” per gli Stati Uniti: grattacieli, business man in camicia indaffarati a correre con il loro caffè in mano, famigliole e belle donne agghindate. Ma non appena si entra nel centro di Nashville, si capisce di cosa è fatto il suo cuore: di musica.
La via di Broadway è un tripudio di locali – anche di più piani contemporaneamente – con musica live, attivi 24 ore su 24 o giù di lì. A ogni ora, infatti, si può ascoltare qualche gruppo, ballare, dare mance a un musicista, richiedere canzoni per un compleanno e una ricorrenza. Proprio per questo motivo Nashville è una sorta di Las Vegas, più economica e meno di plastica, presa d’assalto da compagnie di giovani e meno giovani per spring break e occasioni speciali. Broadway davvero ospita una quantità infinta di locali, inutile contarli, su più piani e di varie forme e dimensioni, ognuno con una propria band o cantante solista pronto a intrattenere il pubblico. Si narra che i grandi impresari della discografia vengano qui a scoprire nuovi talenti. Uno dei must have in questa via, che termina con un gigantesco palazzetto dell’Hockey dove fanno tantissimi concerti, sono gli stivali di pelle e il cappello da cowboy: ogni negozio propone un’offerta diversa ed è realmente difficile percorrere Broadway senza incappare in qualche acquisto. Io non ce l’ho fatta.
Altro centro nevralgico di Nashville è Printers Alley (chiamata così perché era dove risiedevano le redazioni dei vecchi giornali): sempre nel cuore della città, ospita vari locali di Bourbon e Whiskey che riportano all’epoca del proibizionismo. Colorata da mille murales è la via che apre il sentiero dell’arte di strada: proprio da qui, per vari punti, si snodano murales colorati che ritraggono strade, ali, arcobaleni, personaggi storici e fumetti.
Tutto il resto del centro, invece, è super elegante, fatto di grattacieli specchiati e chiese di pietra, in stile New York. Tanti i servizi che troverete in città (di cui vi eravate dimenticati nelle città precedenti), ma ricordatevi che è impossibile cambiare euro in dollari. Prelevate sempre con il bancomat.
Dove mangiare e dormire
Luogo della movida, anche per pranzo e cena, rimane Broadway. La cucina non è molto ricercata, ma costituita da hamburger, ali di pollo e patatine, ma ricordatevi che siete negli Usa. Se cercate qualcosa di più elevato e carino vi conviene uscire un po’ dal caos e cercare qualche ristorantino nei dintorni. Per dormire, invece, vi consiglio la zona centrale, in zona Printers Alley. Evitate di attraversare il ponte verso lo stadio, perché diventa zona di nessuno e un po’ pericolosa di notte.
Luisville







L’ultima città che abbiamo toccato prima di arrivare a Chicago è stata Louisville, piccolo centro del Kentucky, famosa per essere stata la casa di Muhammad Alì e sede del Kentucky Fried Chicken. Non è una città molto popolata, ma in un periodo dell’anno diventa il centro degli Usa: tra fine aprile e i primi di maggio, infatti, si svolge proprio qui il Kentucky Derby, competizione ippica storica che attira migliaia di spettatori per una settimana, rigorosamente vestiti eleganti con tanto di cappellino – per le dame – in testa. Tutto, in questa cittadina, gira attorno ai cavalli: anche in pieno centro potete vedere murales e statue a loro dedicati, oltre ovviamente a tantissimi negozi di abiti e cappelli eleganti. Ho avuto la fortuna di assistere a questo evento così sentito e i miei consigli sono, se non volete spendere tutti i vostri soldi in scommesse, di andarci a pomeriggio inoltrato, per godere del fresco e degli stand dei tanti locali che lì dentro si trasferiscono. Il biglietto costa attorno ai 30 dollari, ma se volete sedervi in una buona posizione dovete spendere qualcosa di più.
Per tutto il resto, Louisville non ospita troppa movida: le due vie dedicate sono la Fourth Street, in downtown, che vanta di tantissimi locali con musica dal vivo – e dove vi consiglio anche di pernottare e mangiare -, e Baxter Ave all’altezza dell’incrocio con Bardstown, dove ci sono numerosi pub. Qui è preferibile andare in auto, perché non troppo ben frequentata di notte.
Un’esperienza da provare è sicuramente quella di visitare una delle numerose distillerie di Bourbon e partecipare a una degustazione guidata: questo è veramente l’oro del Kentucky!
Da qui, infine, basta attraversare un ponte per ritrovarsi in Indiana, a Jeffersonville. Ed è questa la direzione da seguire per arrivare poi a Indianapolis e infine a Chicago: la città che davvero non dorme mai. Ma dato che Chicago è una vera metropoli, i consigli per questa città ve li darò nel prossimo post.