Gubbio durante la Corsa dei Ceri Mezzani: un’esperienza unica tra folklore e festa
Siamo arrivati a Gubbio di venerdì pomeriggio, con l’idea di trascorrere un weekend tranquillo tra borghi umbri e km in bicicletta. E invece ci siamo ritrovati in mezzo a una città in fermento: cori, tamburi, bandiere ovunque, ragazzi che correvano vestiti con casacche di vari colori. Così abbiamo scoperto che eravamo arrivati a Gubbio proprio nel weekend della Corsa dei Ceri Mezzani, una delle tradizioni più sentite dagli eugubini.
Questa manifestazione, dedicata ai più giovani, è una versione “in scala” della più celebre Corsa dei Ceri di maggio, ma non per questo meno intensa. Il sabato già si respira un’energia travolgente: le prove, gli incontri nelle taverne, i preparativi. La domenica, invece, tutto culmina nella corsa vera e propria. Un consiglio? Se volete conoscere la vera anima di Gubbio, capitateci durante questa festa. Capirete subito perché viene chiamata “la città dei matti“: questa festa fa impazzire tutti, soprattutto chi deve trasportare questi ceri, dal peso considerevole, correndo per tutta la città tra migliaia di spettatori.
Le quattro epoche di Gubbio: un viaggio nella storia tra Umbri, Romani, Medioevo e Rinascimento
Oltre alle tradizioni, Gubbio è un concentrato di storia. Basta una passeggiata per attraversare secoli interi: ogni pietra, palazzo o rovina racconta una fase diversa della città.
Le Tavole Iguvine: le origini umbre di Gubbio raccontate in bronzo
Molto prima dei Romani, Gubbio era una città umbra, popolazione contemporanea a quella etrusca, da cui era separata dal Tevere. La testimonianza più preziosa di quel passato sono le Tavole Iguvine, custodite nel Palazzo dei Consoli, in pieno centro. Si tratta di sette lastre in bronzo scritte in lingua umbra tra il III e il I secolo a.C., una vera miniera di informazioni su riti religiosi, leggi e cerimonie pubbliche. Sono considerate tra i documenti linguistici più importanti del mondo antico. Leggerle è come affacciarsi su un mondo scomparso, fatto di dèi misteriosi e comunità organizzate con precisione sorprendente.





Il Teatro Romano di Gubbio: un salto nel tempo tra archeologia e panorami
Appena fuori dal centro storico si trova uno dei teatri romani meglio conservati d’Italia. Costruito nel I secolo a.C., poteva ospitare fino a 6.000 spettatori. Oggi si staglia contro lo sfondo delle colline umbre, con la sua cavea ancora ben visibile. Passeggiarci dentro è come fare un salto nel tempo, immaginando com’erano gli spettacoli di duemila anni fa tra declamazioni teatrali e applausi. Poco distante sorge anche un piccolo museo che mostra alcuni mosaici e vari ritrovamenti di epoca romana, a testimonianza del glorioso passato di questa città.





Gubbio medievale: vicoli, palazzi e scorci che sembrano usciti da un film
Il cuore del centro storico di Gubbio è un gioiello medievale perfettamente conservato. Le strade strette in pietra, gli archi, le scalinate e i palazzi nobiliari raccontano l’età d’oro della città e vi abbracceranno in un’atmosfera super romantica. La Piazza Grande è uno dei luoghi più iconici: una terrazza monumentale affacciata sulla valle, con il maestoso Palazzo dei Consoli a dominare la scena, dove si svolgono tutte le manifestazioni principali della città. Da qui, una funivia panoramica (aperta, come una piccola gabbietta) porta fino alla Basilica di Sant’Ubaldo, dove si custodiscono i ceri originali che poi vengono usati durante la manifestazione. L’esperienza di salire lassù, sospesi nel vuoto, è tanto emozionante quanto la vista che si gode dalla cima. Ma non solo: passeggiare per i vicoli di Gubbio è un’esperienza estetica incredibile, tra le sue vie lastricate e palazzi in pietra, canali e bandiere colorate, vi farà tornare indietro nel tempo. Moltissimi, ovviamente, ricorderanno anche le ambientazioni dell’amatissima serie tv di Don Matteo.
Tantissime le chiese a cui dedicare del tempo per carpirne i segreti, la principale la Chiesa di Santa Croce, dove vengono conservati reperti storici e tele dipinte di livello, insieme a statue per la venerazione e la processione durante la Settimana Santa. Immancabile, correre tre volte intorno alla fontana dei matti, per ricevere ufficialmente l’attestato della follia.












Federico da Montefeltro e la Gubbio rinascimentale: storia della Strada della Contessa
Nel Quattrocento Gubbio entra nell’orbita dei Montefeltro, signori di Urbino. In particolare, Federico da Montefeltro, uomo d’armi e di cultura, lascia un’impronta importante sulla città. Oltre alla ristrutturazione di alcuni edifici, viene realizzata la Strada della Contessa, un collegamento strategico con il Ducato di Urbino. La Strada della Contessa, che collega Gubbio (Umbria) a Cantiano (Marche), è una via storica di circa 12 km, immersa tra montagne e boschi. Conosciuta anche come “Strada della Duchessa”, deve il suo nome – secondo diverse teorie – a un’antica osteria, a una nobildonna medievale o a una bombarda rinascimentale chiamata “La Contessa”. Fin dal Medioevo ha rappresentato un passaggio strategico tra l’entroterra umbro e la costa adriatica, percorsa da pellegrini, mercanti e soldati. Recentemente è stata oggetto di un importante intervento di riqualificazione strutturale, che ha comportato mesi di chiusura e investimenti per oltre 9 milioni di euro. Oggi, con il progetto “Contessa – una porta tra terra e mare”, si punta a valorizzarla anche come itinerario turistico, culturale ed enogastronomico, rafforzando il legame tra due territori ricchi di storia, natura e tradizioni. Un percorso che unisce passato e futuro.
San Francesco a Gubbio: sulle tracce del Santo lungo il cammino in bici
Gubbio è anche uno dei luoghi simbolo della vita di San Francesco d’Assisi. È qui che, secondo la tradizione, ammansì la famosa lupa che terrorizzava gli abitanti e abbracciò i lebbrosi, in un gesto di compassione radicale. La città è tappa importante del Cammino di San Francesco, un itinerario che collega La Verna ad Assisi attraversando i luoghi più significativi della vita del Santo.
Noi abbiamo percorso una parte del cammino in bici, passando anche per Valfabbrica, e ogni tratto ci ha regalato paesaggi suggestivi, silenzi pieni e un senso di pace raro.











Gola del Bottaccione: il luogo dove l’estinzione dei dinosauri ha lasciato il segno
A pochi chilometri dal centro, la Gola del Bottaccione è una meraviglia geologica e paesaggistica. Ma non è solo bella da vedere: qui, negli anni Settanta, è stato scoperto uno strato di iridio, un elemento rarissimo sulla Terra ma molto comune negli asteroidi. Questo ritrovamento ha portato a una delle teorie più accreditate sull’estinzione dei dinosauri: proprio qui ci sarebbe traccia dell’impatto del meteorite che 66 milioni di anni fa causò la fine dell’era mesozoica.
Oggi la gola è perfetta per escursioni nella natura, tra sentieri, acquedotti medievali e pareti di roccia che raccontano la storia della Terra.



Cosa mangiare a Gubbio: crescia, salumi, tartufo e birre artigianali
La cucina eugubina è un’esperienza che coinvolge tutti i sensi. In cima alla lista c’è la crescia, una focaccia piatta e rustica, cotta sulla piastra, che abbiamo anche avuto il piacere di imparare a cucinare in un laboratorio locale, da Isidoro. La crescia di Isidoro è una focaccia tipica eugubina, semplice e genuina, cotta sul testo come da tradizione. Nasce lungo la Strada della Contessa, dove si trova il Bar La Valle, meta per chi cerca autenticità.
Non mancano i salumi artigianali, dai sapori intensi, spesso aromatizzati con spezie locali. Gubbio è anche terra di tartufo: la vicinanza con Acqualagna, una delle capitali italiane del tartufo, fa sì che questo ingrediente pregiato sia molto presente nei piatti del territorio, ma anche nei liquori e negli amari. E poi c’è lo zafferano, coltivato in piccole produzioni locali e apprezzato per la sua purezza. Abbiamo avuto la fortuna di assaggiare alcuni prodotti locali e parlare direttamente con i produttori, scoprendone tutti i segreti. Sono infatti tutti raggruppati nell’associazione “Gubbio in Tavola”. Oltre ad Isidoro Angeloni con “La vera Crescia di Gubbio”, ne fanno parte il Frantoio Brecce Rosse, Opera di Andrea Giacometti per lo Zafferano, l’azienda a conduzione familiare Salumi Pretone, Michele Mosca Selezione con il digestivo Amaromatto, Bartolini Tartufi e Pasta fresca La Paesana.
La sera abbiamo concluso con una degustazione di birre artigianali in un locale del centro degno di nota, “Fra Luppolo“: bottiglie dai nomi fantasiosi, aromi decisi, produzione locale e anche un’insolita IGA, italian Grape Ale, ovvero una birra mista al mosto. Una chiusura perfetta per una giornata intensa. Il tutto condotto dall’abile titolare della birreria, appassionato di luppoli e di freschezza.






Perché visitare Gubbio: storia, natura, cucina e spiritualità in un solo weekend
Gubbio è una città che sorprende. È viva, stratificata, autentica. Ha il cuore antico di chi ha visto passare civiltà intere e la leggerezza di chi sa ancora divertirsi con le proprie tradizioni. È il posto giusto per chi cerca bellezza, storia, paesaggi da camminare e cose buone da mangiare.
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