Alla scoperta delle Foreste Casentinesi, pedalando tra forestali, torrenti e boschi incantati

Si chiamano Foreste Casentinesi, si trovano tra la Romagna e la Toscana, e sono tra le foreste più antiche d’Europa. Parco nazionale dal 1993, sono 36 ettari di natura selvatica, con pochissime città abitate: in totale la zona conta 1500 residenti. Pedalare qui significa ritrovarsi completamente sperduti davanti alla maestosità del bosco: decine e decine di km lungo meravigliose strade forestali, senza incontrare altri esseri umani, ma solo torrenti, alberi, rocce e animali. E una volta raggiunta la civiltà, nei caratteristici borghi degli Appennini, fare un salto indietro nel tempo, scoprendo paesi in cui il cellulare ancora non prende ovunque, compagnie di amici in giro in Vespa e a giocare a carte nei bar. Il turismo di massa, qui, deve ancora arrivare: ecco perché ho voluto visitare questo territorio incantato in sella alla mia bicicletta. E consiglio di fare lo stesso a tutti voi, se cercate un’esperienza che vi risollevi dallo stress quotidiano.

Da dove partire

Le Foreste Casentinesi si compongono di vari comuni: nel lato romagnolo ci sono Santa Sofia, splendido centro raggiungibile da Forlì, Premilcuore, Portico di Romagna, Tredozio, Bagno di Romagna; sul versante toscano invece ci sono Poppi, Bibbiena, Chiusi della Verna, Pratovecchio Stia, San Godenzo e Lorda. Personalmente io ho alloggiato a Santa Sofia perché comoda da raggiungere da Forlì ed è un bel centro. Trovate b&b e appartamenti turistici meravigliosi e a buon mercato, come all’Hotel Vecchio Comune, e nell’Ostello Antica Filanda (sono disponibili anche camere private). Non c’è tantissima offerta ricettiva, quindi vi conviene prenotare per tempo se in alta stagione. Però è davvero un paesino carino da visitare, soprattutto il suo parco fluviale pieno di spiaggette naturali in mezzo al verde – attrezzate per la bici e con percorsi ciclopedonali suggestivi -, dove si può fare il bagno e rinfrescarsi nel torrente Bidente. Piena di ristorantini e bar, Santa Sofia vi farà tornare indietro nel tempo, respirando gli anni 90 quando i cellulari non esistevano e le strade erano piene di ragazzini. Il cuore pulsante è piazza Matteotti, affacciata sul fiume Bidente, con il suo caratteristico ponte e il museo di sculture a cielo aperto con opere di Pomodoro.

Santa Sofia, inoltre, è punto di partenza ideale per scoprire varie zone delle Foreste Casentinesi, soprattutto quelle a nord est, quindi lato Romagna. Avendo due giornate a disposizione, ho diviso il mio viaggio in due tracce ad anello: la prima verso nord, e quindi Premilcuore e gli altri bellissimi borghi storici sospesi sull’acqua di quella zona, mentre la seconda verso la Toscana, quindi entrando proprio nel cuore delle riserve naturali in particolar modo quella di Sasso Fratino.

Primo tour:

Santa Sofia – Premilcuore, 45 km ad anello, sterrato e asfalto per 1000 metri di dislivello

Santa Sofia e Premilcuore sono state protagoniste del Tour de France 2024, che proprio dall’Italia è partito. Ho voluto quindi dedicare la prima traccia che ho fatto nelle Foreste Casentinesi proprio alla carovana gialla e andare a visitare, in bici, questi due paesi. La loro particolarità è l’acqua: Santa Sofia è solcata da un torrente che assume il valore di spiaggia e mare per la città, Premilcuore è circondata da torrenti e cascate davvero suggestive.

Il mio giro è iniziato da Santa Sofia e dopo un primo passaggio nel parco fluviale, ho iniziato a salire, salire, salire verso Camposonaldo. Il dislivello attivo, infatti, è quasi tutto nella prima parte del percorso, anche se devo dire che la salita non pesa tantissimo perché è intervallata da discese divertenti in mezzo a colline dal paesaggio panoramico. Tra uno strappetto e una discesa, seguendo la strada asfaltata, si passa attraverso borghi in pietra, cimiteri immersi tra gli alberi, alberi e dolci pendii in mezzo alla natura. Se si percorre questa strada all’orario del tramonto è davvero fantastica.

Ad un certo punto la strada diventa sterrata, anche perché purtroppo questa zona è stata una di quelle più colpite dalle alluvioni del 2023 e alcune strade sono state soggette a frane e smottamenti. Lungo il percorso non c’è molto se non l’incanto della natura, vi consiglio quindi di caricare bene le borracce. A 5 km da Premilcuore, poi, inizia una divertente discesa tra bosco e alberi che vi condurrà fino in centro città. Attraversato il caratteristico ponte potete raggiungere le meravigliose cascate della Sega e la cascata Urlante: qui l’acqua regna sovrana.

Per tornare, essendo già buio, ho preferito fare la strada normale che passa per Galeata: una lunga discesa asfaltata che si interrompe solo per la salita del monte delle Forche: dolce e senza troppo dislivello, immersa nel verde. Ritornare a Santa Sofia poi sarà un vero spasso, visto che è tutta discesa fino in centro città.

2. Foreste e Riserva Naturale di Sasso Fratino: 70 km e 1600 di dislivello su sterrato e asfalto

Il secondo itinerario è molto molto più tosto, ma anche decisamente più suggestivo. Si attraversano infatti le “vere” foreste, ovvero le riserve naturali completamente vergini, senza centri abitati, ma solo alberi, crinali di montagna e paesaggi naturali.

Partendo da Santa Sofia si punta a Ridracoli, attraverso una strada asfaltata e leggermente in salita costante. Qui, dopo una breve discesa, si raggiunge il centro del paese caratterizzato da un meraviglioso ponte in pietra a schiena d’asino, ora appartenente a un hotel. Si può scegliere se fare una breve sosta alla diga di Ridracoli, non balneabile ma visitabile in kayak, o proseguire direttamente verso il cuore delle foreste. In paese c’è anche un museo dedicato all’acqua, la grande protagonista delle foreste casentinesi. Da qui, infatti, la strada diventa sterrata e non si vedrà più anima viva per almeno una trentina di km, forse 40. Importante è quindi sapere che bisogna portare cibo e acqua con sé: non si troveranno nemmeno troppe fontanelle e la pendenza è tosta, soprattutto sotto il sole d’estate.

Il primo tratto è una mulattiera che vi porterà fino a Casanova D’Alpe, un borgo disabitato a 970 metri d’altezza. Percorrerete uno sterrato duro, soprattutto sotto al sole, senza troppi alberi. Si tratta di una salita di circa 6-7 km che vi condurrà sul crinale del monte da dove ammirerete un panorama pazzesco: pareti di roccia stratificata che sembrano disegnate, alture ricoperte di verde senza nessun intervento dell’essere umano, flora e fauna di tutti i tipi, punte frastagliate che si ergono in mezzo al nulla.

Seguirà una discesa, non troppo tecnica, fino all’imbocco della strada forestale di Badia Prataglia e non carrabile che vi farà attraversare una foresta piena zeppa di alberi, dalle cui alture potrete ammirare il lato sud della diga di Ridracoli. Il terreno è abbastanza dissestato, quindi anche se in leggera discesa o pianura non potrete raggiungere velocità elevate. Albero dopo albero, bosco dopo bosco, raggiungerete La Lama dove sorge un rifugio (chiuso) e zampillano meravigliosi torrenti. Da qui vi immergerete di nuovo nel bosco, con un saliscendi che vi porterà nel bel mezzo della riserva naturale di Sasso Fratino, dove ammirerete faggi, torrenti e ahimé, l’ultima salita. Anche in questo caso si tratta di uno sterrato piuttosto tosto e tecnico, lungo circa 5 km, che vi porterà ad attraversare il passo della Calla. Finita la fatica, vi aspetta una discesa di circa 6 km su sterrato fino a Corniolo, dove riprenderete l’asfalto e percorrerete i 15 km più divertenti della vostra vita, in discesa, attraversando parchi fluviali fino a Santa Sofia.

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