Forse i gabbiani solo quelli che si godono di più il panorama dei Colli Orientali del Friuli: partono dal mare di Grado e raggiungono con pochi battiti di ali le dolci colline ricoperte di vigneti, ulivi e i boschi come se fosse la cosa più normale del mondo ritrovarsi lì. Ma anche noi esseri umani abbiamo un modo per “volare” e assaporare queste terre nella loro interezza: la bicicletta. Pedalando sui Colli Orientali, la porzione di terra che da Udine guarda verso Est fino alla Slovenia, si possono scoprire infatti panorami fatti di vallate e campagne, terrazze di vigneti che creano anfiteatri naturali per raggiungere infine le vette delle Prealpi Giulie. E possiamo fare anche di più: assaggiare i fantastici prodotti che la terra e il lavoro dell’uomo offrono in questa zona.
Nei Colli Orientali del Friuli, infatti, non solo si possono assaggiare vari vini tra i più pregiati d’Italia, ma anche olio d’oliva, formaggio, salumi prodotti da maiali allevati liberi nei boschi. Tutto realizzato davvero a km zero. O anche meno di zero, visto che spesso ogni contadino ha la sua vigna e i suoi animali, perseguendo una tradizione che solo il terremoto del ’76 era riuscito a mettere in discussione, svuotando interi paesi e portando la popolazione disperata verso le grandi città e l’industrializzazione. Ma anche questa profonda ferita del terremoto, che ogni friulano porta con sé ben visibile, ha il suo senso: i paesi e le frazioni di questa fascia, da Corno di Rosazzo a Savorgnano, passando per Cividale del Friuli, sono rimasti esattamente così com’erano grazie a una bassissima popolazione: genuini, autentici, fermi nel tempo. E così è resistita anche la biodiversità dei prati perenni, dei boschi, delle campagne e delle vigne alcune delle quali possiedono oltre 150 anni di vita, facendo diventare queste terre tra le più preziose per la natura d’Europa.
Se lo svuotamento della campagna per la città aveva fatto “svalutare” i Colli Orientali del Friuli come terreno, ora un altro settore li sta portando di nuovo in auge: il vino. Famiglie produttrici, con pochi ettari a testa, o giovani intraprendenti e coraggiosi, stanno cercando di affermarsi in un ricco panorama vitivinicolo come quello italiano, riscoprendo vigneti autoctoni, tradizioni e modi di fare di un tempo, dando vita a prodotti di grande qualità. Perché il vino, qui, è davvero buono. Così come il formaggio, l’olio, le erbette di campagna e i salumi locali.
Questo ciò che ho scoperto lo scorso fine settimana, quando ho partecipato a una fantastica iniziativa organizzata dal Consorzio Friuli Colli Orientali, che ha ricreato l’atmosfera del Decameron del Boccaccio: con alcuni giornalisti sono stata invitata a rifugiarmi nella campagna per scappare alla pandemia che imperversa nelle città. Riscoprendo così cultura, tradizioni, territori, prodotti tipici…. Ma soprattutto tante indimenticabili storie di persone che a questa terra sono legate con il cuore e con la mente. Vi porto quindi insieme a me, per fare questo incredibile tour in bicicletta dei Colli Orientali del Friuli e delle sue storie: la distanza è di circa 40 km, quindi adatto a tutti, e chi vorrà perdersi e provare nuove emozioni potrà farlo, sia in salita sia in discesa. Partiamo…







Corno di Rosazzo
La partenza del tour in bici ideale è Corno di Rosazzo, cittadina piccola e dinamica, dove ha sede il Consorzio dei Colli Orientali e l’info point turistico. Proprio qui, ho conosciuto Matteo Bellotto, scrittore e ambasciatore dei vini friulani, che ha contribuito a dar vita alla “Tasting Academy”: luogo dedicato alla formazione, aperto tutti i giorni su prenotazione, con 35 postazioni dispencer per poter degustare vini provenienti da tutta la zona. In questo contesto non solo si possono degustare i vini provenienti dalle varie zone e sottozone dei Colli Orientali, ma si può capire il territorio dal punto di vista geografico, ampelografico ed emozionale. Il Consorzio si pone infatti l’obiettivo di valorizzare e spiegare il territorio ai visitatori, attraverso assaggi di prodotti e materiali didattici, più che promuovere “fredde” degustazioni. Una vera propria missione a cui Matteo, insieme a Klementina Koren, stanno dedicando tutta la loro energia.
Una volta fatto il pieno di cultura, proseguite verso il comune di Manzano per poi raggiungere l’Abbazia di Rosazzo. Splendido complesso architettonico risalente all’anno 1000, a più riprese distrutto e ricostruito, grazie all’opera di monaci benedettini e domenicani ha rappresentato in epoca medioevale uno dei pochi centri di conservazione del patrimonio viticolo locale.
Bosco Romagno
Un altro luogo incantevole da visitare e distante poco meno di una decina di chilometri da Corno di Rosazzo è Bosco Romagno: un vero e proprio bosco, rigoglioso per vegetazione, alberi e natura selvatica, che garantisce la giusta umidità all’ambiente e contribuisce a valorizzare la biodiversità del territorio. E’ fondamentale la sua vicinanza per la qualità delle uve che poi si vanno a coltivare nei vicini vigneti. All’interno del bosco ci sono vari sentieri da percorrere a piedi o in mtb, perdendosi nella natura e nell’aria fresca. Tutti i viticoltori ormai sono d’accordo: la presenza di alberi fa la differenza, sia per il clima sia per la qualità dei terreni grazie alla biodiversità che creano: gli alberi sono vita in tutti i sensi, sia per l’aria sia per la terra. Ovviamente, in base alla vicinanza con il bosco, cambia anche l’uva che si andrà a coltivare su quel terrazzamento: i più freschi e umidi faranno crescere Sauvignon e Pinot Nero, mentre i più ventilati e posizionati in altezza Pignolo e Ribolla Gialla.
Proprio in questa zona sono due le cantine imperdibili: La Tunella e Rodaro. La prima mi ha permesso di conoscere non solo vini incantevoli, puliti, minerali ma morbidi come il Friulano, Sauvignon, o il blend Biancosesto, ma anche Massimo Zorzettig, titolare della storica cantina La Tunella, che mi ha insegnato l’importanza della visione a lungo termine. Per il bene di una vigna, infatti, bisogna essere spietati e lungimiranti: non aver paura di tagliare piccoli rami che crescono nella parte bassa della pianta, per conservare l’energia per i grappoli che cresceranno nei rami più alti. Solo così si può concentrare e non disperdere, facendo crescere la pianta in salute e creando un buon vino: senza uva di qualità, la mano dell’uomo non può fare miracoli. O, per dirla più semplicemente: “Un buon vino è fatto per il 30% dalla bravura dell’uomo, per il 50% dalla qualità delle piante e dell’uva, per il 20% dal culo (o forse la massima intendeva il clima)“. Massimo, a fine giornata, ci ha invitato a mangiare una splendida frittata nella sua casa, proprio davanti a un anfiteatro di vigne, condividendo tutto, anche l’amore per i suoi figli seduti al tavolo con noi. La prima cosa che mi ha colpito della cantina Rodaro, invece, è l’amore che trasmettono Paolo e Lara, il titolare e moglie: persone totalmente diverse, che però si commuovono per le stesse cose, che amano la natura più di ogni altra cosa e che adorano accogliere con ospitalità ogni visitatore, al punto di portarci a visitare i vigneti con una panda 4×4. La gioia di vivere e la voglia di sperimentare fa da padrone in questa cantina: non perdetevi il Sauvignon (L’Evoluto) e il Merlot, il Refosco e il Pignolo prodotti da uve in surmaturazione.



Faedis e i vigneti storici
Salendo verso nord, per circa una ventina di chilometri, dopo aver passato Cividale del Friuli (fermatevi per una visita al centro storico!) si raggiunge il territorio del comune di Faedis, dove si possono osservare alcuni fra i più antichi vigneti del Friuli. Il più storico vanta ben 150 anni e raggruppa varie piante del tipico Refosco di Faedis, Picolit, Friulano e tante chicche che vi potrà raccontare di persona il sindaco, Claudio Zani, che ne è il proprietario (nonché vignaiolo appassionato).
Proprio qui, poi, ho visitato un “roccolo”, ovvero una postazione che un tempo era utilizzata dai cacciatori di uccelli, un pergolato a semicerchio che domina i colli. E qui ho conoscere Federico Del Luca, giovane vignaiolo di Ronc dei Luchis, che insieme ad altri produttori ha recuperato il Refosco di Faedis, diverso dal più conosciuto Refosco dal Peduncolo rosso, per caratteristiche e metodi di coltivazione, che è stato riconosciuto come sottozona grazie alla grande determinazione dei produttori. E così ho assaggiato cose buonissime: un metodo classico proprio a base di Refosco, e uno splendido Refosco di Faedis passito fatto invecchiare con metodo soleras. Da provare anche il suo l’olio d’oliva, dato che qui crescono anche numerosi ulivi.
In questa zona i ciclisti più amanti della fatica possono cimentarsi nella salita del Porzus: 8,5 km di passione, con una pendenza che va costantemente dai 9 ai 16%. Oltre la fatica, però, a togliere il fiato saranno anche i boschi, i prati, le terrazze e le malghe storiche che si incontreranno lungo il percorso.




Savorgnano e le scommesse del futuro
Chiudiamo il tour con la zona più a Nord dei Colli Orientali, ovvero la frazione di Savorgnano, dove sorgono i ruderi del castello che testimoniano un’origine anteriore all’anno Mille. Un territorio verde e incontaminato che vi conquisterà, incrociando pochissime anime vive, ma tantissime piante e prati selvatici. Proprio qui alcuni vignaioli giovani e coraggiosi si stanno battendo per far conoscere il loro eccellente lavoro, tanto che dal 2020 sono stati riconosciuti come sottozona. Assolutamente da provare il Friulano e il Picolit, vinificati in modo diverso in base ai produttori, ma impreziosito da un terreno vergine, molto pendente al punto da non rendere utilizzabile il trattore (alcuni territori anche del 30%). Le cantine che vi consiglio sono: Sara&sara, Pinat, Genio, Perini.
Il territorio sorge sotto al Comune di Povoletto, che è molto attivo nell’organizzazione di escursioni in mtb. Per vedere le escursioni organizzate visitate il sito: http://www.mtbfriuli.com/ita/index.php.
Dove alloggiare
Infine alcuni consigli su dove alloggiare in questa parte di Italia fantastica:
– Ronc dei Luchis a Faedis (https://www.roncdailuchis.com/) uno splendido agriturismo immerso nel verde con palestra, farina, vino e olio a km zero.
- Agriturimso Perusini a Corno di Rosazzo (www.perusini.com): splendide camere, con cucina e piscina esterna. Elegante e con ottimi vini a km zero.
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