Cos’é il Bam? E’ il raduno dei cicloviaggiatori di tutta Europa, che da due anni a questa parte, causa limitazioni imposte dal Covid, si è trasformato da grande evento a un appuntamento intimo, un camp fire per pochi iscritti, che si è svolto sui monti Lessini, al Rifugio Lausen, in provincia di Verona. Proprio qui, infatti, il 12 e 13 giugno si sono dati appuntamento circa 500 cicloviaggiatori (prevalentemente italiani questa volta) che dopo aver raggiunto il rifugio sui pedali con i propri bagagli, hanno dormito in tenda in mezzo alla natura, per incontrarsi, parlarsi, conoscersi.
Un’esperienza da vivere almeno una volta nella vita, per tutte le emozioni che sa regalare: immaginate di trovare tante anime libere che si danno appuntamento attorno al fuoco, sotto le stelle, che dormono insieme condividendo spazi e sogni, che si raccontano, si divertono, si scambiano progetti, visioni e ispirazioni… Un appagamento dei sensi e dell’anima, che finalmente ritrova persone simili. Il Bam infatti inizia non appena tutti i partecipanti raggiungono il Lausen, verso le 17. E a rotazione i vari cicloviaggiatori che hanno compiuto imprese nell’ultimo anno iniziano a raccontarsi, al microfono, intervistati dalla voce di Pietro Osti. Racconti che si fanno storie di vita, di progetti e difficoltà superate, che si trasformano in insegnamenti e ispirazioni per coloro che ascoltano.
Ma non solo. Il Bam è l’occasione per conoscere tutte le tecniche e le attrezzature per il bikepacking (grazie alla presenza di Miss Grape): quali borse usare, come farci stare tutto, cosa portare nei propri viaggi… E per approfondire le ultime innovazioni in tema di campeggio, dai sacchi a pelo alle tende, dagli alimenti al dentifricio solido. Oltre che per toccare e provare dal vivo le biciclette create appositamente per i cicloviaggiatori, come ad esempio le Gravel di Scott e Bergamont, sulle quali sono proprio arrivata al rifugio Lausen.
In poche parole, una serie di storie, bellissime e appassionanti che si danno appuntamento in un rifugio di montagna per un weekend, che non parlano solo di avventura e sport, ma anche di umanità, tantissima umanità, e rispetto per l’ambiente, la nostra madre Terra, la casa di tutti. Come i ragazzi di Freeplasticride, che dopo il Bam sono partiti in bicicletta alla volta della Puglia fermandosi a raccogliere la plastica gettata per strada e ripulendo i sentieri percorsi.
Ma la vera esperienza del Bam è arrivare al Bam. Tutti insieme, tutti sui pedali, tutti sudati per la salita e il caldo e i bagagli trasportati sulle due ruote. Persone di tutte le età che si incrociano per strada, trasformando un itinerario in una sorta di festa. Un percorso che parte dall’Arena di Verona e arriva al Lausen, che sembra semplice, ma mette a dura prova: si tratta di 40 km, solo una piccola parte sterrata, che però prevedono 1.110 metri di dislivello. La gamba si farà sentire, così come il fiatone, ma non temete: sarete ripagati da tutta la fatica grazie a dei panorami da cartolina, tra montagne, boschi, vallate e paesini caratteristici.
L’itinerario da seguire in bici
L’itinerario parte proprio dall’Arena di Verona, in modo da poter ammirare in tutta la sua maestosità la città più romantica del mondo. Da qui si punta verso l’esterno delle mura, in modo da imboccare la pista ciclabile che le circonda e che vi porterà fino al ponte sull’Adige verso le montagne, facendovi vedere le architetture storiche della città di Romeo e Giulietta e l’impeto del fiume che attraversa Verona.
Si punta poi verso Montorio, per proseguire verso Mizzole e imboccare via Squaranto. Da qui partirà una strada lunga, senza deviazioni, in mezzo al verde, alle vigne, a boschi selvatici e leggermente in salita. Una sorta di antipasto che vi farà capire cosa vi attende.
A circa 18 km dal centro di Verona, fate una sosta alla Locanda Al Confin, prima di imboccare il tornante in salita che vi troverete alla vostra destra. Fate rifornimento di energia, perché da qui non vedrete più discesa fino al rifugio. La pendenza non è difficile (circa 7-8% di media), ma non c’è mai riposo. La cosa bella è che tutti i tornanti fino a San Rocco sono tutti all’ombra: nelle giornate più calde sarete protetti da una folta vegetazione, dato che questa strada pittoresca passa proprio attraverso il bosco, regalandovi profumi e atmosfere da sogno.
Una volta arrivati in cima alla salita incrocerete la statale che vi porterà in qualche minuto a San Rocco, un bellissimo centro abitato, con una chiesa, una piazza e una terrazza affacciata sulle montagne. Incrocerete qualche ristorante, delle malghe, tantissimi rivenditori di prodotti genuini, ma soprattutto tantissime mucche che pascolano in libertà lungo i pendii e immerse nel verde. Poche le auto che si incrociano: la zona è poco abitata e i turisti arrivano qui prevalentemente in moto o, soprattutto, in bicicletta.
Da San Rocco si resta più o meno sulla cima del crostone della montagna, sempre un po’ in salita, ma con percentuali tranquille, del 4-5%. La pendenza invece inizia ad alzarsi più ci si avvicina a Velo Veronese, l’ultimo paese abitato prima di raggiungere la strada che vi porterà al rifugio. Non sono salite continue, ma quel saliscendi spaccacambe e molto allenante.
Superate il centro di Velo Veronese, pieno di localini molto graziosi, e poi imboccate la stradina che già dal nome è un programma: contrada Purga. Dopo un brevissimo tratto in discesa vi aspetterà la famosa salita per raggiungere il rifugio Lausen, di cui tutti i cicloamatori che partecipano al Bam parlano: un chilometro che arriva anche al 20%, lastricato in cemento, che metterà alla prova anche i ciclisti più esperti.
Lasciate la bici da strada e spingetela, la gravel solo se siete davvero molto allenati: l’unico modo per raggiungere il rifugio senza mettere per terra i piedi è quello di usare una mountain bike e il rapporto più leggero.
Una volta arrivati in cima, il sogno: il rifugio Lausen è davvero spettacolare, dislocato su più livelli della cima della montagna, con prati immensi dove campeggiare, un panorama sulle prealpi mozzafiato, l’aria fresca e il sole caldo, animali che pascolano e tanti giochi e divertimenti per grandi, ma anche per i piccini. E’ un luogo adatto per famiglie e tutti i viaggiatori amanti della natura selvatica. Da conoscere, assolutamente, il gestore del rifugio, che spesso vedrete in Kilt: Danny Zampiccoli.

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