Il luogo più mistico del Giappone? Il monte Koya (San)

Un luogo assai affascinate, soprattutto per chi ama la spiritualità giapponese, è senza dubbio il Koyasan. Il Monte Koya, che si trova a sud di Osaka, nella prefettura di Wakayama, è infatti il centro del Buddismo esoterico: un paese incastonato tra le montagne e composto solo da templi, templi e templi, oltre che da uno dei cimiteri più grandi del mondo, Okunoin, diventato patrimonio Unesco.

Il monte Koya fu selezionato dal monaco Kukai, ancora nell’800 d.C., come luogo adatto a fondare la prima sede del buddismo esoterico in Giappone: si tratta di una forma di buddismo importata in Giappone proprio dal monaco, conosciuto come Kobo Daishi, dopo che tornò da un lungo viaggio di studi ed esperienze religiose in Cina e in India. E’ più mistico rispetto al buddismo tradizionale, poggiandosi su ritualità, mantra, mandala e iconografie più astratte e si sviluppò proprio per differenziarsi dal buddismo dell’epoca che stava diventando un centro di potere non gradito all’imperatore. Il monaco era anche un grande artista e studioso. Fu proprio lui ad inventare i Kana, ovvero i caratteri che compongono i due alfabeti giapponesi. La leggenda narra che fu portato qui da un cane bianco e da uno nero, mostrando il luogo adatto alla costruzione del primo templio racchiuso tra 8 vette, il numero dei petali di un fiore di loto. Qui aprì la prima scuola e, oggi, i templi sono diventati 117.

Forse questo luogo sacro e suggestivo ultimamente sta diventando un po’ troppo turistico: all’interno dei templi si può pernottare (e forse è il luogo più costoso che ho trovato in Giappone e alcuni assomigliano di più a resort di lusso che a luoghi sacri) e alcuni rituali del buddismo Shingon si sono aperti a tutti. Ciò nonostante, una visita a questo piccolo angolo di pace e spiritualità è doverosa, soprattutto fermandosi a dormire e respirando così l’atmosfera calma della sera, senza troppi turisti in giro per le strade e immergendosi nel bosco notturno.

Il paese è composto da una strada dove si susseguono i vari templi: perdetevi nel visitarli senza un ordine preciso, ammirate le montagne attorno a voi, osservate i tanti monaci (anche donna) passeggiare e suonare le sacre campane. I più interessanti da visitare sono il Monastero Kongobu-ji, che ospita il giardino Zen più grande del Giappone e ripercorre tutta la storia di Kukai, e la pagoda Konpon Daito, coloratissima e con arazzi che riportano immagini di mandala all’interno. Per i più pigri, è attivo un servizio di autobus per girare la città, ma onestamente – se non si hanno problemi fisici – lo trovo superfluo: in tutto si parla di 5 km di estensione.

All’interno del paese si ha accesso attraverso il Daimon Gate, una gigantesca porta rossa con all’interno le statue protettrici del Koya San, Un-Gyo e A-Gyo. Proprio da qui, inoltre, partono vari sentieri trail che vi faranno esplorare la natura e il bosco attorno al paese. Ma il luogo più mistico in assoluto è il cimitero Okunoin, posizionato dal lato opposto della città, che conta oltre 200mila tombe alcune delle quali risalenti ai primi secoli dell’anno mille. Si tratta di un cimitero di pietra, perfettamente integrato al bosco di cedri che lo ospita, con camminamenti in ciottolato circondati da lanterne votive che di notte si accendono regalando alle passeggiate in mezzo al buio un’atmosfera ancora più suggestiva. Ci sono numerosi tour guidati, anche per andare a caccia di fantasmi, ma il mio consiglio è quello di avventurarsi al suo interno e perdersi, superando i timori iniziali: è un luogo incredibile. Le emozioni che si provano sono molteplici: si respira sacralità, estetica e bellezza, rispetto e timore soprattutto davanti alle tombe dei grandi samurai del passato. E anche stupore, dato che le tombe più recenti sono uno sfoggio di architettura e design. Percorrendo tutto il sentiero lastricato, infine, si arriva al mausoleo dedicato proprio al monaco Kukai, dove si dice che stia ancora meditando al suo interno. Visitarlo è un’esperienza che si sente sulla pelle.

Come arrivare sul Koya-san

Il modo più rapido per andare sul Monte Koya è attraverso i treni della compagnia privata Nankai Railway da Osaka (stazioni di Shin-Imamiya o Namba). Anche partendo da Kyoto e Nara si passa per Osaka. In questo caso il Japan rail pass non funziona perché bisogna prendere una linea privata, la Nankai Railway tramite la Nankai Koya Line, che è l’unica compagnia che porta fino alla stazione di Gokurakubashi, alla base del Monte Koya. Da qui, poi, parte una funicolare ogni 30 minuti che conduce sopra al monte (si può fare anche un sentiero a piedi, ma ci si impiega circa 2 ore). Per raggiungere il paese poi bisogna camminare circa mezz’ora lungo la strada, in alternativa si può prendere un autobus.

Dove dormire sul Koyasan

L’esperienza da provare sul Koyasan è senza dubbio quella di dormire dentro a un templio, seguendo gli orari e la stessa dieta (vegetariana) dei monaci che lo abitano. I costi non sono dei più economici, ma dormire sul tatami, svegliarsi all’alba e seguire il rito del fuoco, fare il bagno nelle onsen in mezzo alle montagne, vale il prezzo. Personalmente io ho alloggiato al Houzen-In Temple, ma l’offerta è varia e disparata. Attenzione: dite sempre che volete anche cenare al momento della prenotazione. In alternativa, dopo le 18 non troverete quasi nulla di aperto, se non un Combini store all’inizio del paese che chiude alle 22. Di giorno, invece, ci sono numerosi ristoranti per ogni gusto, tra cui un Izakaya a prezzi contenuti.

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