Death Valley: cosa vedere nel deserto più vivo del mondo

COSA VEDERE E QUANDO:

  • Furnace Creek: fate il primo stop in questo centro visitatori per recuperare acqua e mappe, vi serviranno entrambe. Nella Death Vally fa caldissimo e il cellulare non prende per nulla
  • Visitate le dune del Mesquite flat
  • Visitare e perdersi passeggiando per lo Zabriskie point, location magica scelta anche da Antonioni
  • Ammirare il panorama e passeggiare al Dante’s view point
  • Ammirare Bad water, il punto più basso degli Usa ( – 86 metri dal mare) e il Monte Whitney (4500 metri)

 

Immaginatevi rocce colorate, increspature che trasformano metalli in caleidoscopi, laghi di sale e distese di sabbia bianca. Tutto questo è la Death Vally, il luogo più caldo del mondo (si raggiungono i 58 gradi): un luogo magico, dai panorami mozzafiato, e pieno di vita. Non solo la natura sopravvive, nonostante le alte temperature, ma questi paesaggi diventano sempre la location preferita per le grandi imprese: ultramaratoneti che li attraversano di corsa, fotografi da tutto il mondo che cercano di afferrare la golden hour, il cellulare che sparisce e non prende più per un giorno.

Sarà che proprio a due passi dalla Death valley c’è l’area 51, su cui miti e leggende si sono sprecate e di cui si risente il fascino, sarà che osservare certe meraviglie della natura che pensavi impossibili ti riempie il cuore… Ma nonostante la Death valley sia uno dei luoghi più ostili della terra, personalmente è uno dei parchi che mi ha incantato di più per la sua tridimensionalità.

Ho raggiunto la Death valley direttamente da Las Vegas, passando proprio per il territorio in cui è nascosta l’area 51: una distesa di nulla, con qualche montagna spoglia, con una strada che più dritta e più vuota non si può. E’ impossibile ovviamente visitare l’area 51, nascosta da una montagna (c’è chi dice che si studino gli extra terrestri e chi invece dice che si facciano esperimenti nucleari), ma troverete autogrill pieni di souvenir di extra terrestri e stelle. Il viaggio dura circa 4 ore. Appena ci si avvicina alla Death valley sparisce ogni traccia di cellulare e Gps: è importante che vi procuriate una mappa al primo centro visitatori perché è veramente impossibile capire dove andare e cosa vedere altrimenti. Inoltre, fate rifornimento prima, un bel pieno, perché dentro al parco non ci sono distributori.

Per entrare nella Death Valley serve la tessera dei parchi nazionali, altrimenti si paga una quota di circa 30 dollari per passare il gate. Una volta superato questo “villaggio”  (Furnace creek) semi deserto, vi attenderà il nulla. Ma veramente il nulla: fatevi dare una mappa per seguire le strade che vi porteranno ai punti più interessanti da vedere. Per girare tutto il parco servono almeno 5 ore, ma saltando qualche punto se ne possono impiegare tre.

Il primo punto da visitare, arrivando da Las Vegas, è sicuramente il Mesquite flat, dove troverete vere e proprie dune di sabbia incandescente (stare sotto il sole d’estate è tosta) con qualche ramo secco a indicarvi il cammino: passeggiate lì intorno e fate qualche foto, ma non perdetevi! Il panorama è assai scenografico: sembra di essere nel deserto del Sahara. Il clima è rovente, si calcola che per visitare il parco servano almeno 4 bottiglie d’acqua a testa.

Secondo punto dove fermarsi ad ammirare il panorama, imperdibile, è Zabriskie point: per raggiungere questo bel vedere tra le montagne colorate di minerali (è infatti contornato da vecchie miniere, tutte visitabili esternamente) ci si impiega circa mezz’ora. Personalmente è il punto che mi è piaciuto di più: le montagne sembrano disegnate, creando onde ed increspature, assumono diversi colori in base al metallo o al minerale presente, e tutto diventa un quadro assai pittoresco. Un tempo tutto questo era un lago: poi, diventando montagna nei millenni, l’acqua si è essicata ma solo dopo aver lavorato le pareti delle colline. Qui, Michelangelo Antonioni ha girato il suo celebre film sulla cultura hippy e le rivoluzioni del ’68, ma non solo: questo panorama quasi alieno ha ispirato i Pink Floyd e gli U2. Si può anche passeggiare a piedi attorno a queste montagne, ovviamente non più di 15 minuti se si vuole sopravvivere.

Dallo Zabriskie point, poi, si parte in auto per raggiungere il Dante’s view: la cima di una montagna da cui si può ammirare contemporaneamente il luogo più alto e il più basso degli Usa (Alaska esclusa). Salendo al belvedere (serve circa un’ora) si può passeggiare per una montagna da cui ammirare sotto ai vostri piedi Bad Water, la salina seccata in una depressione di 86 metri sotto il livello del mare in cui è rimasto il sale dell’acqua che c’era un tempo, e l’altezza di 4500 metri del Monte Whitney. Il panorama è davvero mozzafiato e, essendo l’altezza molto elevata, si riesce anche a respirare meglio. Potete poi scegliere di scendere fino a Bad water e visitare la salina dal “basso” o proseguire verso l’uscita del parco attraversando le alte montagne. Qui incontrerete vari paesini pittoreschi, come Lone Pine, dove noi ci siamo fermati a mangiare e a fare benzina (ci sono anche vari motel economici dove dormire, anche se io ho preferito avanzare ancora verso il sequoia park): su Air bnb trovate tantissimi appartamenti economici.

Sarà il clima della Death Valley, ma qui si incontra la gente più squisita d’America: ultramaratoneti che sfidano il caldo per raccogliere fondi per associazioni di beneficenza, sportivi di ogni genere, fotografi incantati dal panorama, ma anche la gente comune è di una gentilezza meravigliosa. Ho avuto l’onore, ad esempio di conoscere John Radich (il link facebook) che stava attraversando la Death valley di corsa (130 chilometri) per raccogliere fondi per aiutare i bambini ricoverati in ospedale per cancro. Quando gli ho chiesto “Perché fai un impresa così folle?” lui mi ha risposto nel modo in cui rispondo sempre anch’io: “Perché mi piace mettermi alla prova”. Mi ha promesso che il prossimo anno verrà a fare il Passatore in Italia.

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